Roma città immobile: parla Quarzo (FdI)

giovedì 14 dicembre 2023


Tante battaglie. Con lo spirito per risolvere i problemi della città, che ha “tante potenzialità”. Nonostante l’immobilismo e l’atteggiamento di una maggioranza che sceglie “di decidere di non decidere”. Giovanni Quarzo, capogruppo a Roma di Fratelli d’Italia, scatta la fotografia della situazione che sta vivendo la Capitale. Sottolinea che le uniche cose viste nell’Urbe portano la firma del Governo, che è tangibile l’“inerzia” sull’urbanistica e che i trasporti restano al palo. Poi, l’esponente di FdI guarda con occhio interessato alle possibili alleanze post-Europee. E lì la ricetta è chiara: i Conservatori devono allearsi con il Partito popolare europeo, mettendo in minoranza i Socialisti.

Lei ha detto che le uniche cose buone notate a Roma, durante l’Amministrazione Gualtieri, si sono viste grazie all’intervento del Governo? Nel dettaglio, a cosa si riferisce?
Parliamo di 100 milioni straordinari di spese per il Giubileo, due miliardi e 200 milioni di euro per metro C, dubito che un Governo di sinistra l’avrebbe fatto per un sindaco di Roma di centrodestra. Poi una legge speciale per poter salvare Roma Metropolitane, società in liquidazione. Con una legge dell’Esecutivo è possibile finalmente darle di nuovo incarichi. Stando in liquidazione, non era possibile. Parliamo di una società che si occupa della progettazione delle nuove linee della metropolitana e della manutenzione ordinaria, e straordinaria, delle linee già esistenti. Era bloccata per la richiesta di messa in liquidazione dei grillini: non solo non faceva più nulla, ma non era nemmeno in grado di pagare gli stipendi.

Qualcuno, di recente, si è lamentato di uno scarso sostegno dell’Esecutivo circa la candidatura di Roma per l’Expo 2030 (solo 17 i voti racimolati dalla Capitale)…
L’Esecutivo ha dato un supporto enorme alla Capitale. Il Governo ha fatto 72 bilaterali per sostenere l’Expo. Il motivo per cui non ce l’abbiamo fatta è che le condizioni di Roma sono in un tale stato di degrado, che danno un’immagine debole della città all’estero. Dopodiché, come sostiene il sindaco Roberto Gualtieri, per onestà intellettuale va detto che l’investimento economico degli arabi è stato talmente massiccio che era difficile contrastarlo.

“Decidere di non decidere”: questa una sua sintesi sull’operato di Gualtieri. Vede una continuità con le precedenti giunte di Marino e di Raggi? Se sì, in cosa?
L’inerzia si vede in tutto. Addirittura, nel fatto di aver delegato delle attività che sono sempre state proprie del Dipartimento Lavori pubblici. Quando sono stato presidente della commissione Lavori pubblici, il Dipartimento era la più grande stazione appaltante d’Europa. Oggi non fa nulla. E le poche cose fatte in città, per esempio sulle opere edili oppure sulle strade, sono state compiute da Astral o Anas. Si è rinunciato al proprio ruolo.

Rifiuti, trasporti, urbanistica, cantieri aperti. Non mancano le criticità a Roma. Come opposizione, quali sono le vostre proposte per risolvere tali problemi? Oppure dobbiamo rassegnarci all’idea di una perenne Lupa che si morde la coda?
Sull’Urbanistica si può fare tanto. Non sono state ancora approvate le norme tecniche di attuazione del Piano regolatore. Non sono state fatte ancora le compensazioni. Non c’è stata una manovra urbanistica. L’urbanistica, come i lavori pubblici, rappresenta uno dei motori della città. Trasporti: non sono state fatte le manutenzioni delle metropolitane, non sono stati acquistati nuovi autobus. Rifiuti: non è stata ancora bandita la gara per il termovalorizzatore e si è scelto un impianto non di ultima generazione, ma uno di 20-30 anni fa. Noi proponevamo impianti moderni, come il dissociatore molecolare e il gassificatore.

Ultima cosa, che esce fuori dai confini dell’Urbe. Secondo lei, quali alleanze dovrà abbracciare il centrodestra nel post-voto delle Europee?
I Conservatori devono fare un’alleanza con il Partito popolare europeo e mettere in minoranza il Partito socialista, perché responsabile delle politiche di austerity che hanno impoverito e indebolito le imprese e le classi medie del Vecchio Continente. Va rilanciata un’Europa che faccia investimenti e sviluppo, per far crescere tutti i Paesi dell’Ue.


di Claudio Bellumori