I due lati di Cavour

mercoledì 13 dicembre 2023


Giovedì 7 dicembre si è svolto il convegno “Cavour: la potenza della grande politica” alla presenza del ministro della Cultura e, con l’occasione, è stato presentato il libro “C’era una volta Cavour” di Giuliano Amato

Dopo l’introduzione di Alessandro Campi dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, interventi di Andrea Ciampani dell’Università Lumsa di Roma, Ester de Fort dell’Università di Torino, oltre che l’autore e, a concludere, il ministro Gennaro Sangiuliano.

Tante voci, tutte concordi a definire Camillo Benso Conte di Cavour uno straordinario visionario e tra gli uomini politici che portarono a compimento l’Unità d’Italia.

Secondo me, in questo suo libro viene anche a riflettersi l’immagine dello stesso Amato. Anche lui, soprannominato il professor sottile sia come consigliere di Bettino Craxi che, come presidente del Consiglio e altri numerosi incarichi governativi e istituzionali, è sempre stato considerato un abile personaggio che ha utilizzato l’arte della politica per il superamento degli ostacoli. Ma qui non posso certo esprimere una mia personale opinione su Amato per un “vizio di forma” dovuto alla nostra frequentazione ai tempi dell’università, essendomi addirittura laureato con lui con una tesi in Diritto Costituzionale Italiano e Comparato.

Ogni epoca, e ogni nazione, ha avuto il suo “Cavour” che pone la ragion di stato al di sopra di tutto. All’incontro non se n’è parlato, ma mi vengono in mente Niccolò Macchiavelli nella Firenze dei Medici, il Cardinale Richelieu sotto Luigi XIII di Francia, Grigorij Rasputin con Nicola II di Russia. Fino ad arrivare a Henry Kissinger potente segretario di Stato americano ed anche Arthur Schlesinger Jr, consigliere del presidente Kennedy.

Insomma, Cavour padre della patria, o ingannevole personaggio disposto con ogni mezzo, compresa corruzione e inganno, a raggiungere il proprio scopo?

Se lo chiediamo al nord, è osannato. Mentre al sud, soprattutto da Napoli in giù, c’è ancora chi lo vede come colui che ha decretato la supremazia del nord e impoverito il Mezzogiorno con il Regno delle Due Sicilie considerato come il più grande regno che l’Italia avesse avuto, che invece, prima dell’Unità d’Italia, godeva di grande prosperità. Un sud che brillava per economia, per i grandi pensatori, per la cultura.

Una figura insomma ancora divisiva, piena di contraddizioni. E noi, come “posteri”, ancora non possiamo dare di lui un giudizio definitivo, ma solo il beneficio del dubbio.


di Sandro Sassoli