#Albait. Il sindacato e i servi di Putin

giovedì 16 novembre 2023


Nel 1987 ero un sindacalista dei giovani. Stessa organizzazione del segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. Già allora spiegavamo che le giovani generazioni erano state lasciate fuori dal mercato del lavoro. Già allora denunciavamo che la guerra tra lavoratori protetti, con contratto di lavoro, e lavoro non protetto, senza contratto di lavoro e con partita Iva, era un modo per tenere basse le retribuzioni di tutti. Il sindacato, per il suo funzionamento, ha fatto largo uso di questi sistemi retributivi al ribasso. C’è sicuramente bisogno di uno sciopero generale, perché le retribuzioni sono ridicole, in ampi settori produttivi e dei servizi. Ma che senso ha scioperare per escludere, anzi criminalizzare, chi ha le retribuzioni più basse, e cioè le partite Iva?

Maurizio Landini e Bombardieri correggano il tiro. Se andranno avanti con gli slogan di quarant’anni fa, lo sciopero generale da loro indetto si trasformerà nell’ennesima richiesta di aumenti per i lavoratori della Pubblica amministrazione e andrà a beneficio soprattutto dei ruoli apicali. Non credo che portare le retribuzioni dei dirigenti pubblici a superare fino a dieci volte il reddito medio di un lavoratore meridionale sia utile a nessuno. Con la piattaforma presentata in questi giorni dai leader sindacali, nessuno dei lavoratori peggio pagati e trattati avrà benefici. Questo significa che le retribuzioni dei lavoratori non aumenteranno, con certezza. Se i gruppi sociali più poveri non torneranno ad avere di che vivere bene, i grandi benefici della libertà culturale e politica, col tempo si perderanno. Le libertà sono di fatto già in pericolo per l’attacco esterno militare dei russi, di Hamas, degli iraniani. Attraverso la corruzione, l’attacco è stato portato anche dentro casa nostra. Nel fronte interno abbiamo bisogno di maggiore coesione e orgoglio per il nostro assetto politico, istituzionale, valoriale. Le retribuzioni sono uno degli elementi tangibili di questa forza dell’Occidente, qualsiasi cosa significhi questa espressione che include Giappone e Corea del Sud, Singapore e Taiwan.

Il sindacato sia baluardo di libertà, non sentinella del potere di chi sulla demolizione della dignità personale e dei lavoratori gioca anche la tenuta istituzionale. Noi non dobbiamo essere russi di Vladimir Putin. Landini e Bombardieri costruiscano una forte coscienza libertaria e affrontino una buona volta il dramma dei giornalisti, dei consulenti, dei senza contratto di lavoro e dell’eccesso di tassazione di questo Paese, oltre a quello del sacrosanto tema della sicurezza del lavoro e della tutela della salute e della sempre più scarsa possibilità di accedere alla giustizia. Se il sindacato non esce dalla falsa retorica a supporto dei lavoratori garantiti, si rassegnino: in modo diverso, in tema di retribuzioni, dicono le stesse cose di Matteo Salvini. E su queste basi, uno sciopero diventa inutile, tranne ovviamente che per i servi di Putin.


di Claudio Mec Melchiorre