Raccolta firme antiaborto a Roma, “sinistra confusa”

martedì 7 novembre 2023


Una sinistra “confusa”. E un Pd che “prima di essere Democratico nel nome, impari a esserlo nei fatti”. È di questo avviso Nicola Franco, presidente del Municipio VI di Roma, l’unico guidato dal centrodestra nella Capitale. Un commento a caldo, quello del minisindaco, per una storia che ha fatto capolino nella Città eterna e che ha focalizzato l’attenzione nella zona Est dell’Urbe. Il Partito democratico, in sostanza, si è scagliato contro il Governo delle Torri perché sulla pagina Facebook ha informato i cittadini di una proposta di legge di iniziativa popolare, “Un cuore che batte”, portata avanti dall’Associazione Ora et Labora in Difesa della Vita. Dove, in sostanza, è spiegato: “La proposta di legge che abbiamo presentato, obbligando il medico che effettua la visita che precede l’aborto, a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso, intende dare piena applicazione alla legge sul consenso informato. La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente libera e responsabile delle sue azioni. Il medico che effettua la visita, ha l’obbligo di dare un’informazione cruciale, che né per legge divina né per il diritto naturale, può sottacere alla donna. Poiché i medici non obiettori sono coloro che faranno la visita che precede l’aborto, sarà un obbligo che, se non ottemperato, li renderà responsabili nei termini previsti dalla legge sul mancato o incompleto consenso informato. Si tratta – hanno sottolineato – di una proposta di legge, che per la sua chiarezza e importanza, non può lasciare indifferenti; il nascituro nel grembo ci parla con il battito del suo cuore. Noi con una firma possiamo rispondere al suo grido di aiuto!”.

Immediata la reazione dem. Per il segretario romano del Pd, Enzo Foschi, “è una vergogna – come è stato riportato su Repubblica – che si faccia propaganda alla proposta dei movimenti parafascisti e contro le donne da un profilo istituzionale”. Cecilia D’Elia, senatrice del Pd e portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche, ha rincarato la dose: “È di una gravità enorme che sulla pagina social istituzionale del Municipio VI di Roma si faccia pubblicità alla raccolta firme antiabortista. È propaganda. Si piega la comunicazione istituzionale a favore di una campagna contro una legge dello Stato. Un attacco ai nostri diritti e una presa di posizione che mistifica la realtà dell’aborto e colpevolizza le scelte delle donne, usando le argomentazioni del peggiore integralismo”.

La vicenda però ha bisogno di alcune constatazioni di sorta. Già, perché sul sito di Roma Capitale – il 24 luglio – è stata riportata, oltre ad altre, la proposta di legge di iniziativa elettorale sopracitata, con gli indirizzi su dove recarsi per le sottoscrizioni (oggi il termine ultimo). Peraltro, il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, Stefano Erbaggi, il 12 ottobre – presa carta e penna – mandava una missiva ai vari presidenti dei Municipi (eccetto quelli dell’I e del X, ndr) dove ha chiesto che “si attivassero, come previsto dal Ministero dell’Interno e in tempi utili, al fine di aderire alla pubblicazione dell’avviso della raccolta firme per Un cuore che batte, per l’omonima Proposta di legge di iniziativa popolare. Trovo assurdo – ha insistito – che la sinistra cerchi di strumentalizzare in chiave politica una proposta di legge di iniziativa popolare, un’iniziativa che è per i cittadini uno strumento di democrazia e di libera espressione. Probabilmente, usano questi strumenti per far calare l’attenzione su quelle lotte interne che vedono il Pd spaccato e, purtroppo, lontano dalle gloriose  percentuali del passato”.

Il presidente Franco, contattato dall’Opinione, ha spiegato: “A luglio sul sito di Roma Capitale ha comunicato l’avviso. Ma nessuno ha gridato al lupo, al lupo. Ora, strumentalmente, vengo tirato in ballo. E in questo modo, se mi permettete, vengono offesi i lavoratori che stanno dietro ai portali istituzionali, dove ci sono dipendenti e funzionari.”. Non solo: “Il Municipio VI ha semplicemente accolto l’invito che il consigliere capitolino Stefano Erbaggi ha esteso ai Municipi romani (l’avviso presente pure sul sito dell’VIII, ndr) che non avevano ancora aderito alla pubblicazione dell’avviso della raccolta firme per Un cuore che batte. La colpa, se così possiamo chiamarla, è che la raccolta firme è a sostegno della vita e della maternità, temi su cui la sinistra è evidentemente confusa e in agitazione. Talmente confusa che il segretario Foschi non si è accorto che sul portale di Roma Capitale il medesimo avviso per la raccolta firme era pubblicato già dal 24 luglio scorso. Foschi faccia pace con se stesso e con l’Assemblea capitolina, svilita e offesa da questa sua esternazione. La democrazia è un esercizio di vita pubblica che non può essere sottomessa all’ideologia”.


di C.B.