#Albait. Sulle case, l’autolesionismo di Stato e di Governo

venerdì 3 novembre 2023


Nell’Italia che brucia bandiere israeliane, pietre d’inciampo e si scaglia contro Israele perché osa cercare di mettere in sicurezza il proprio territorio, il Governo vara un documento finanziario che una volta sarebbe stato definito lacrime e sangue. Il problema sta nell’evitare accuratamente riduzioni di spesa e ulteriori espansioni delle entrate. La scelta di innalzare la cedolare secca dal 21 al 26 per cento è una di quelle misure di espansione delle entrate, così come la possibilità per i Comuni in dissesto che abbiano aeroporti sul proprio territorio, di incassare tre euro aggiuntivi. Ricordiamo anche la possibilità di fare pagare l’ingresso in luoghi turistici come Venezia o Taormina, già da tanti anni, in verità, e vediamo che la tendenza a non affrontare il tema della spesa è anche questo bipartisan. Cerchiamo di capire gli effetti di queste misure.

Un bed and breakfast è gestito in modo artigianale. Generalmente si tratta di case ereditate, mentre gli acquisti per speculare sono tuttora una minoranza. Ma anche volendo speculare di cosa parliamo? La casa ha un costo di ammortamento, manutenzione ordinaria, condominio, tasse. Solo per queste voci, in una grande casa dei nonni, arriviamo a un costo reale mensile di duemila euro. L’alternativa è ovviamente farla ammalorare, con contributo certo per l’abbandono delle città. Affittare la casa a famiglie è oggettivamente un rischio elevatissimo. La possibilità di farsi pagare, se si incontrano le persone sbagliate, è estremamente scarsa. Per contro, le spese sarebbero con certezza del proprietario. A queste spese, dobbiamo aggiungere l’approntamento della casa, con adeguamento dei bagni e degli spazi, e i costi di gestione che non si possono scaricare. Per l’approntamento, dobbiamo calcolare tremila euro per stanza, ma se si devono fare opere per realizzare dei bagni, dobbiamo aggiungere diecimila euro per bagno, almeno. E l’ammortamento in questo caso, e per paradosso, ha scarso impatto. Al massimo una cinquantina di euro al mese. Ma la spada di Damocle è l’autorizzazione comunale. L’intervento del geometra amico di famiglia, del funzionario che sa fare bene il suo lavoro, è alto.

In ogni stanza è richiesta l’aria condizionata, ovviamente. Questo implica che le spese di gestione diventano particolarmente rilevanti. Energia elettrica, acqua, gas, biancheria, pulizie, assistenza per la colazione, costano altri 45 euro al giorno. Per stanza. Se prendiamo i duemila di prima e li dividiamo per quattro stanze e ci riferiamo al costo per giorno, avremmo altri 70 euro per stanza. Fanno centoquindici euro. Questo è il costo reale giornaliero di una stanza di una casa di città, tutto compreso. Ovviamente, il proprietario non considera l’ammortamento. Fa un conto estremamente ridotto e spera che la casa regga più a lungo possibile. Inoltre, il proprietario tenderà a occuparsi quanto più possibile direttamente della gestione. Con queste due premesse, i costi, per quanto calcolati male, si abbattono parecchio e si ottengono spese vive per circa sessanta euro in media, ai costi attuali.

La stanza viene venduta in media, se di buona qualità, a circa ottanta euro. La cedolare secca al 26 per cento se ne prende 21 circa. Ne restano cinquantanove. La famiglia che ha il bed and breakfast, con l’aumento dal 21 al 26 per cento perde il suo vantaggio economico reale che era in realtà piuttosto basso, circa cinque euro al giorno. Venti per tutta la casa, al giorno. Il ricavo illusorio, senza cioè considerare manutenzioni straordinarie e costi indiretti e di lungo periodo, ovviamente sale a venti euro al giorno per stanza. Ma bisogna considerare con certezza che quei costi arriveranno a pesare, in ogni caso, un giorno. Quali sono gli effetti reali dell’aumento della cedolare secca? Riduzione dei b&b disponibili nelle città. Oppure un aumento complessivo dei costi dell’ospitalità. Con perdita di competitività internazionale dell’Italia. Chi potrebbe guadagnarci da questa ipotesi? Gli albergatori? In realtà, no. Il mercato degli alberghi è distante da quello dei b&b. Certo, la diffusione dell’ospitalità alternativa ha eliminato le pigrizie di molti albergatori. In città come Roma o Milano riuscire a dormire in modo confortevole a prezzi ragionevoli era un’impresa, anche solo vent’anni fa. Allora potrebbero guadagnarci i centri storici, dove potrebbero tornare a vivere residenti. No, nemmeno questo è vero. Le città sono state spogliate dai negozi di prossimità in centro. È l’effetto dei centri commerciali che conosciamo bene. Trovare una ferramenta in molte zone non è semplice e anche i supermercati sono ormai tarati per venire incontro a esigenze turistiche o di ufficio. Vivere nei centri storici è un’impresa e anche molto costosa, a prescindere dai b&b. Ora facciamo mente locale: come erano i centri storici di Napoli, Catania, Bari, Roma, Milano prima dell’avvento e del successo dei b&b? Tranne poche zone che sono sempre state eleganti, molte zone centrali erano pericolose, non frequentabili, se non in gruppi massicci, se non con scorta armata, come avveniva appunto a Bari.

Insomma, c’è un sottile filo che lega la stupidità di lottare contro un uso corretto di mercato sostenibile degli immobili dei centri storici e l’antigiudaismo che ritorna. Si chiama autolesionismo. Da una parte, lottiamo contro chi ha rivitalizzato le città, trasformando il peso insostenibile delle case di famiglia in un centro di resistenza familiare, dall’altra mettiamo in pericolo la vita di chi nella ricerca di pace ha creato una solida democrazia ed è costretto a lottare contro regimi autoritari e sanguinari, che comprimono la libertà di donne, bambini, anziani per usarli come scudi umani e sociali con retoriche cretine. Cretine per tutti, tranne per l’autolesionista che confonde retorica e realtà. Tornando ai b&b, taluni credono che in questo modo possano venir fuori case per gli studenti. Anche questa speranza è vana. Le case di città in zone buone per frequentare le università costano care. Gli studenti non possono permettersi di pagare 75 euro al giorno. Il risultato di questa scelta persecutoria contro i b&b sarà quella di far ammalorare il nostro patrimonio immobiliare. In molte città, specie del Sud, anche di affamare almeno due generazioni che non trovavano lavoro e avevano scoperto una forma di sussistenza con i b&b. La persecuzione contro quelli che producono risultati reali in Italia continua. L’impressione è che dietro a queste scelte ci siano comunque le pressioni degli albergatori. Che sono parte importante degli autolesionisti d’Italia. Senza i b&b che città venderebbero ai loro clienti? Quella degli scippi sistematici? Perché i proprietari dei b&b spesso sono gli ex scippatori che ora hanno capito quanto siano importanti le città sicure. Ed è sicuro che non si tratta di idiozia. È proprio autolesionismo. Peccato sia diventato di Stato e di Governo. Forse è il caso di cambiare qualche consulente. E osare qualche taglio vero e sensato.


di Claudio Mec Melchiorre