I Fratelli Musulmani e la conquista dell’Occidente

mercoledì 1 novembre 2023


La conquête de L’Occident, pubblicato nel 2005 dal giornalista franco-svizzero Sylvain Besson, è un documento di 14 pagine che risale al 1982. In base alle cronache, sarebbe stato rinvenuto durante una perquisizione a casa del banchiere italo-egiziano Youssef Moustafa Nada negli anni in cui era sotto inchiesta.

Ma chi era Nada? La risposta la fornisce Souad Sbai, nel suo ultimo libro “I Fratelli Musulmani e la conquista dell’Occidente”: “Un nome che ai più dice poco o niente. Più niente che poco, realisticamente. Youssef Moustafa Nada, nato nel 1931 in Egitto, più precisamente ad Alessandria; banchiere e uomo d’affari italo-egiziano, oggi 86enne, è da sempre legato alla Fratellanza Musulmana e non con un ruolo qualunque: in più occasioni è stato definito lo stratega finanziario dell’organizzazione o il ministro degli Esteri. Insomma, una figura di spicco del gruppo e un personaggio su cui da sempre si sono addensati sospetti. In un’intervista del 22 giugno 2005 ad Andrea Leoni di TicinOnline, parlando per la prima volta dopo l’assoluzione del Tribunale federale dalle accuse di essere uno dei finanziatori di Al Qaeda, aveva chiarito alcuni punti decisivi della sua vicenda: Io sono un banchiere? Sì. Sono un businessman? Sì. Sono ingegnere? Sì. Sono un politico? Sì. Sono un attivista islamico? Sì. Sono attività che non ho mai negato. Così come non ho mai negato che per un quarto di secolo sono stato il responsabile del contatto politico estero dei Fratelli Musulmani, che è un’organizzazione moderata e non violenta. Da quando ho 17 anni è un onore per me fare parte dei Fratelli Musulmani. Non c’è nessuno nei paesi musulmani che non abbia sentito il mio nome. Mi sono sempre impegnato per la pace e contro le ingiustizie. Assolto da tutte le accuse e archiviate tutte le procedure d’inchiesta sul suo conto in Italia e in Svizzera, la figura di Nada rimane comunque di estrema importanza relativamente alla comprensione di alcuni processi e meccanismi d’azione della Fratellanza non solo nei Paesi a maggioranza islamica, ma anche e soprattutto in Occidente”.

Benché Nada definì il documento come “insignificante”, esso contiene “un progetto, un insieme di direttive e di passaggi stilati in maniera lineare. Per ambienti e circostanze, situazioni e soggetti: come comportarsi, quali obiettivi perseguire e con quali modalità portare a termine la conquista. Un concentrato di idee, modalità di comportamento, attività e significati che vale la pena di analizzare e cercare di contestualizzare”.

Sbai si chiede come mai sul documento ritrovato sia stato scritto un solo libro, quello di Besson, peraltro mai tradotto in altre lingue. “Besson ci spiega che alcune inchieste sul documento vennero fatte e come da esse sia emerso che si tratti di una sorta di strategia politica. Ed è un risultato, leggendo il documento, che in qualche modo poteva essere prevedibile”. E ancora: “E in questo documento non si usano mezze vie o giri di parole per descrivere come questa metodologia venga applicata e in quali ambiti. Qui non si tratta di dover analizzare punto per punto cosa prevede il piano o strategia, per usare le parole di Besson, ma tentare di comprendere come tali punti o cardini interpretativi abbiano influito e continuino ad influire sullo svolgimento della vita politica e sociale in Occidente”.

Nel libro vengono presi in esame i punti di partenza di questa strategia, così come Besson nel suo libro li traduce, e vengono analizzate le viscere concettuali e i meccanismi, nel riscontro con la realtà odierna. Dodici punti, divisi a loro volta in Elementi/Procedure/Missioni Suggerite, dai quali è possibile farsi un’idea di quelle che possono essere le attività della Fratellanza in Occidente: “Non si può non osservare che, nonostante il documento sia di estremo interesse, esso risale al 1982 ed è dunque più che plausibile ipotizzare che in questi trentacinque anni la dottrina si sia evoluta, sia stata aggiornata e abbia preso in esame molti aspetti al tempo non presenti: uno su tutti Internet, i social e gli smartphone. Elementi non di poca ma di capitale importanza, oserei dire, visto che la cronaca di questi anni ci ha insegnato a studiare le mosse del proselitismo internazionale alla luce dei rinnovati e accelerati processi di comunicazione via web”.

Sbai spiega come i Fratelli Musulmani abbiano messo in atto una paziente e lunga opera di penetrazione nel tessuto religioso, sociale, culturale, politico ed economico dei paesi del mondo arabo e come questo abbia un notevole impatto su tutto il mondo occidentale.

Alla luce dei recenti eventi di cronaca, il libro acquisisce ulteriore valore per tentare di capire la realtà che ci circonda. Utilizzando le parole dell’autrice: “In questo scenario, il mio ultimo libro vuole essere non solo un atto di accusa, ma uno strumento per risvegliare la coscienza degli italiani e di tutti gli europei, affinché si oppongano al giogo dell’estremismo islamista, acquisendo piena consapevolezza del fatto che l’intenzione del Qatar è quella di ridurre l’Europa a Stato vassallo, utilizzando i Fratelli Musulmani come grimaldello come già accaduto in Medio Oriente e Nord Africa sotto le mentite spoglie della Primavera Araba”.

(*) Souad Sbai, “I Fratelli Musulmani e la conquista dell’Occidente”, Curcio Editore, 2018, 14,16 euro


di Redazione