Pro Israele, senza indugi

venerdì 20 ottobre 2023


Gli studenti italiani che scendono in piazza per giustificare i massacri di Hamas mi indignano, ma altresì mi deprimono tutti coloro che non manifestano pubblicamente il proprio sostegno a Israele pur parteggiando intimamente per la Stella di David. D’accordo, nel nostro Paese sono sempre state le maggioranze silenziose a fare la storia, recandosi alle urne e indirizzando così la politica nazionale. Tuttavia, ci sono dei momenti – e questo credo sia uno di quelli – in cui dare un’immagine plastica di un pensiero differente, di una diversa lettura dei fatti rispetto a quella predominante nelle vie e nelle strade delle nostre città, sia opportuno e auspicabile. L’ultima volta che la società (davvero) civile manifestò spontaneamente la propria volontà – al netto delle sue scelte elettorali – avvenne con la marcia dei 40mila di Torino. Per carità: altra epoca, una realtà sociale dissimile dalla nostra, altro tipo di rivendicazioni civili e politiche. Però, si dovrebbe prendere spunto da quei quadri dirigenti d’antan, se non altro, per il desiderio istintivo di far sentire la propria voce. Sì, anche marciando in silenzio.

Al tempo la ribellione avvenne contro i picchetti e i soprusi sindacali, ora il nemico assume le sembianze di una realtà terroristica. Parallelismo azzardato, convengo. Quasi parossistico. Epperò, quello che è importante è un concetto che ribadisco: abbiamo necessità di una contro-narrazione capace di scalzare quella cappa di conformismo che, in maniera capillare, si è diffusa nel sistema scolastico italiano. Sono una minoranza, vero. Sono una minoranza per giunta ignorante, verissimo. Ma proprio per questo non possiamo permettere di appaltare a cotanta superficialità d’analisi il predominio nella comunicazione di massa a livello, soprattutto, giovanile.


di Luca Proietti Scorsoni