La scomparsa degli intransigenti

venerdì 13 ottobre 2023


A prima vista potrebbe sembrare un pezzo di politica estera, ma non lo è. Antefatto: quella tra palestinesi e israeliani è una guerra che si perde nella notte dei tempi con luci e ombre da parte dei due contendenti e dei rispettivi alleati. Lo scontro ha sempre conosciuto alti e bassi tra cui è annoverabile sicuramente la macelleria fatta dai palestinesi qualche giorno orsono senza risparmiare donne, bambini, civili, neonati. Un attacco ben organizzato che ha avuto nella pioggia di missili un diversivo per bucare via terra un confine vigilato in maniera “troppo elettronica” dagli israeliani.

Di fronte a cotanta perfida atrocità ci saremmo aspettati una condanna unanime anche in Italia. Invece si odono molti distinguo tra cui spicca quello del pacifista (a singhiozzo) Patrick Zaki (il quale è in ottima compagnia). Nulla quaestio, ognuno ha diritto di esprimere le proprie idee alle quali noi siamo altrettanto liberi di non aderire. L’improvvido Zaki ha subito alcuni piccoli disservizi di circostanza (qualche presentazione saltata, qualche cerimonia rimandata), ma nulla di più. La qual cosa ci fa piacere visto che nessuno dovrebbe essere discriminato per le proprie opinioni. Non possiamo però non ricordare le prove di antifascismo richieste quasi quotidianamente alla destra per fatti insignificanti, i processi alla volta di Andrea Giambruno per l’utilizzo del termine “transumanza”, la polemica sulla pesca di Esselunga e via discorrendo.

E ci domandiamo dove siano gli intransigenti, dove siano mai potuti finire quelli che si indignano per la qualunque, i puri di spirito che gonfiano il petto di fronte a tutto ciò che riguarda gli altri. Saranno mica finiti a fare l’apericena al centro sociale con la giudice Iolanda Apostolico dopo una manifestazione pro migranti?


di Vito Massimano