Digital Services Act: il rovescio della medaglia è la censura

giovedì 12 ottobre 2023


Un botta e risposta tra il commissario europeo Thierry Breton ed Elon Musk. L’oggetto del contendere è la diffida di Bruxelles lanciata contro X e Meta (ovvero Facebook e Instagram) per la diffusione dei contenuti considerati “illegali e di disinformazione”, secondo le nuove regole dettate dal Digital Service Act (Dsa). Breton ha addirittura minacciato un ultimatum: 24 ore di tempo per rispondere ai rilievi che sono stati mossi.

Il patron di X risponde chiedendo alla Ue di elencare le violazioni sulla sua piattaforma “in modo che il pubblico possa vederle”, ma la risposta del commissario europeo non si lascia attendere e conferma, purtroppo, tutti i dubbi nati attorno al Dsa che, anziché “favorire la libertà d’espressione, rischia di essere usato come mezzo di censura”. Ecco la nota del gruppo della Lega al Parlamento europeo di questa mattina, per ora unica voce politica a essere intervenuta sulla questione: “Le istituzioni Ue non vengano utilizzate in maniera strumentale per colpire chi è sgradito a Bruxelles o per limitare la libertà di parola dei cittadini”.

Si esprime “stupore e preoccupazione per le note intimidatorie e con toni quasi da autorità giudiziaria rivolte dal commissario Breton nei riguardi di Elon Musk, in merito alla piattaforma X e a Mark Zuckerberg per Meta”. Già, perché il commissario Breton, dopo aver ricordato a Musk l’introduzione in Ue di regole molto severe sulla moderazione dei contenuti soprattutto quando si tratta di violenza, ha concluso con una vera e propria minaccia: “Le ricordo che, in caso di apertura di un’inchiesta e di accertamento di una violazione delle regole, Bruxelles ha la possibilità di imporre sanzioni”.


di Redazione