Mal di pancia a Cinque Stelle

mercoledì 4 ottobre 2023


“Ho sempre creduto nel percorso di riorganizzazione e nelle sue qualità. In quest’ultimo anno, però, è avvenuta una brusca involuzione democratica”.

Ne parla, a chiare lettere, Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle in un’intervista al Corriere.it dove, tra le altre cose, rilancia: “Fino a luglio 2022 si era instaurato un approccio che aveva incrementato il confronto e la condivisione. Poi tutto è improvvisamente, quanto repentinamente, cambiato. In un anno abbiamo avuto solamente tre riunioni del Consiglio nazionale, peraltro molto ingessate e generiche”.

Insomma, per l’esponente pentastellato “è paradossale vedere che un Movimento come il nostro, nato intorno alla democrazia partecipativa, non riesca ad applicare al suo interno gli stessi principi che vorrebbe per la gestione della cosa pubblica né, tantomeno, quelli della democrazia rappresentativa. Ne va della qualità delle nostre proposte per il Paese”.

Poi Castaldo mette un po’ di pepe: “Percepisco un malessere diffuso, diversi colleghi si sfogano solo dietro le quinte, forse temono di subire conseguenze. Ma soprattutto molti nostri gruppi storici sono delusi e demoralizzati. La loro voce non può essere ignorata”. Inoltre, evidenzia: “Non intendo fare riflessioni su deroghe per i mandati europei e nazionali, sarei in conflitto di interessi e quindi non sarebbe eticamente corretto. Ritengo però fondamentale sanare il vizio congenito del perimetro attuale, che nulla dice in merito ai mandati esecutivi. Se veramente si vogliono prevenire accentramenti di potere e conflitti d’interesse, a maggior ragione è necessario prevedere il medesimo limite anche per sottosegretari, ministri e premier: è paradossale e contraddittorio che questa logica si applichi persino a consiglieri comunali e municipali, anche se stati in carica per pochi mesi, e non ai vertici di Governo, che ipoteticamente potrebbero continuare nel proprio ruolo per decenni”.

“Siamo in dittatura”: Giuseppe Conte, all’Adnkronos, avrebbe commentato così le parole di Castaldo. Insomma, bene ma non benissimo.


di Alessandro Buchwald