Migranti, Tajani: “Lampedusa non è solo un problema italiano”

giovedì 28 settembre 2023


“Lampedusa non è un solo un problema italiano e non è nemmeno un problema europeo: è una questione globale perché riguarda milioni di persone”.

Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, che in un’intervista a  Famiglia Cristiana – sul tema migranti – specifica: “Lasciar sola l’Italia non conviene a nessuno. L’Africa subsahariana è già scoppiata, in Sudan la capitale Khartoum è ridotta a un cumulo di macerie. Per non parlare della situazione in Siria e in Afghanistan. Per questo miriamo a coinvolgere l’Onu”.

Sempre Tajani, a Mattino Cinque News, a poche ore dal suo viaggio a Berlino, rilancia: “La Germania finanzia Ong che salvano i migranti in mare, che è una cosa giustissima, ma li porta in Italia”. Migranti che, però, non intendono restare nel nostro Paese, “vogliono andare in Germania e nel nord del nostro Continente. Ne chiederò conto alla ministra tedesca Baerbock”. E aggiunge: “Tutto il Governo in maniera sinergica e in sintonia lavora per risolvere la questione migratoria. Ma soprattutto lavoriamo in Africa”.

Il ministro degli Esteri, a seguire, all’apertura della scuola The Young Hope, sottolinea: “Non è questo Governo che è contro chi migra. Durante il Consiglio dei ministri abbiamo approvato il decreto flussi che permetterà a oltre 400mila persone che vengono dal di fuori del nostro Paese di poter lavorare in Italia, per realizzarsi loro ma anche per aiutare la crescita del nostro Paese. Noi non vogliamo i trafficanti di esseri umani, chi vuole venire a delinquere, ma non siamo chiusi”.

Sul tema dei migranti, inoltre, interviene Raffaele Nevi, vice-capogruppo vicario alla Camera e portavoce di Forza Italia, che al Tgcom24 assicura: “Tajani sta facendo un gran lavoro, bisogna convincere i Paesi europei che il tema della migrazione non è dei singoli Stati ma di tutti. Berlusconi ci ha insegnato che dobbiamo chiudere accordi con i Paesi africani, per evitare le partenze altrimenti la situazione è difficile da gestire”.

Un plauso che giunge anche dal vicepremier, Matteo Salvini: “Penso che il lavoro di Antonio (Tajani) e Giorgia (Meloni) a livello internazionale abbia pochi precedenti. Ovviamente, è un lavoro impegnativo e lungo, che non dà delle risultanze a brevissimo termine ma è fondamentale per i buoni rapporti con gli altri partner europei, con gli altri partner occidentali. Sarei curioso di capire – nota – come avrebbe reagito un Governo tedesco a parti invertite, se istituzioni pubbliche italiane finanziassero associazioni private italiane che contribuiscono ad aumentare problemi in Germania. Ci sarebbe stata un po’ di polemica”.

Nel frattempo, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, presente a Spalato, in Croazia, per partecipare alle Giornate di studio del Partito Popolare europeo (Ppe), riferisce: “Nel prossimo futuro l’Ue dovrà riformare il proprio sistema di gestione delle migrazioni e di asilo, come dimostrano gli ultimi eventi a Lampedusa, dove stanno arrivando decine di migliaia di migranti. I nostri cittadini vorrebbero, giustamente, che sia l’Europa a decidere chi arriva e sotto quali condizioni, e non i trafficanti di esseri umani”.

Da segnalare, per la cronaca, che l’obiettivo della riunione odierna è individuare un accordo sull’ultima parte ancora controversa del Patto Ue su immigrazione e asilo. Ossia la proposta di regolamento sulle crisi migratorie, sulla quale non è stata trovata una maggioranza qualificata degli Stati membri nell’ultima riunione prima della pausa estiva. Ursula von der Leyen, pertanto, rivolge un “appello urgente” ai ministri dell’Interno dei Ventisette, perché trovino la quadra sull’ultima parte del Patto.

La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, fa sapere: “Sul patto su migrazione e asilo stiamo facendo progressi. E sono ottimista che questo Consiglio sarà come quello di giugno in cui i ministri erano pronti a fare l’ultimo passo. Si spera che possano raggiungere un accordo sull’ultima parte del Patto, ovvero la proposta sulle crisi, in modo che tutte le parti del pacchetto possano andare ai triloghi”.

Eppure, il regolamento per la gestione delle crisi del Patto Ue per la migrazione “aprirà più porte e consentirà a più migranti irregolari di entrare nell’Ue, funzionerebbe come una calamita. Non possiamo accettarlo, perché significa che saranno i trafficanti ad avere le decisioni nelle loro mani”: è di questo avviso il ministro delegato per gli Interni ungherese, Bence Rétvári. Che aggiunge: “Sono stato sorpreso quando ho sentito che l’Ue non ha controllo delle frontiere esterne e lo abbiamo visto a Lampedusa”. In materia di migrazione, per Rétvári, “è importante prendere una decisione basata sul consenso. Non si possono ignorare determinati Paesi e procedere sulla base della maggioranza qualificata. Questo è qualcosa che non possiamo accettare”.

“Dobbiamo accelerare, il momento è importante. Occorre precisione sul piano legislativo, alcuni colleghi hanno fatto presente già l’importanza della gestione esterna. Il regolamento sulla crisi non risponde a tutte le domande che ci sono poste” dal fenomeno: così specifica il sottosegretario di Stato polacco, Bartosz Grodecki, al Consiglio Affari interni a Bruxelles. E continua: “Dobbiamo sicuramente concludere il Patto in questa legislatura ma non credo che li risolveremo in questo modo”.


di Mimmo Fornari