Migranti, Metsola: “L’Italia non può essere lasciata sola”

mercoledì 27 settembre 2023


L’Italia – in tema di migranti – non può essere lasciata sola. Questo il senso delle parole di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, che – riferendosi allo Stivale – parla di un Paese che si trova “a far fronte a un arrivo massiccio di flussi migratori come a Lampedusa… un’isola di 6mila cittadini” e che “improvvisamente riceve 1.700 persone in un giorno, altre 3mila in un altro”. Insomma, la Penisola “non può sentirsi” lasciata sola. L’Europa, a quanto pare, sembra che stia iniziando ad ascoltare le richieste del Belpaese. Speriamo che non siano solo di facciata.

Metsola, nel corso di un’intervista al pool di agenzie di stampa riunite nell’European Newsroom, rimarca il fatto di non separare “la dimensione interna e quella esterna dell’immigrazione”. E che è necessario “essere coerenti nel modo in cui trattiamo con i Paesi vicini. Finché non avremo trovato una soluzione che consenta di esaminare le richieste di asilo al di fuori del territorio dell’Ue – sottolinea– dovremo dialogare con quei Paesi da cui i migranti non hanno altra soluzione che salire su un’imbarcazione”.

In più, Metsola si dice “ottimista” sull’avanzamento del Patto Ue sulla migrazione. “Speriamo che questa settimana o la prossima si sblocchi” il negoziato al Consiglio dell’Ue sul regolamento delle crisi migratorie e che “si possa procedere con il Patto sulla migrazione”, rimarcando che “ci saranno Paesi che non lo accetteranno. Non è una novità, ma si dovrebbe riuscire a trovare una maggioranza. Si troveranno degli equilibri”.

Tra le altre cose, circa la decisione del Parlamento europeo di sospendere il negoziato sul testo per il database europeo per le richieste d’asilo e quello relativo allo screening congiunto degli arrivi a causa dello stallo al Consiglio Ue, Metsola confessa di non considerare “i dossier in pausa” e che “non si può affrontare solo il pilastro della sicurezza della migrazione senza il pilastro dell’asilo”.

In ultimo, circa sempre il Patto dell’Ue per la migrazione, nota: “Non riesco a giustificare il fatto che in cinque anni di mandato non si sia riusciti a trovare una soluzione… in passato avremmo potuto trovare delle maggioranze, ma il consenso è stato usato come motivo per non farlo”.

Intanto, in Consiglio dei ministri – oggi – è in previsione una nuova stretta per provare, per quanto possa essere possibile, un arresto del numero degli sbarchi. Anche se, sul dossier, devono essere ancora limati alcuni aspetti.

Secondo quanto emerge dalla bozza, spuntano espulsioni per gravi motivi di sicurezza. Quindi via coloro che sono considerati socialmente pericolosi. Tra l’altro, in caso di indisponibilità delle strutture, i 16enni potranno essere accolti pure in centri ordinari, mentre la Guardia costiera entrerà negli hotspot. Infine, stop al sovrannumero nei centri di accoglienza: il decreto prevede dei limiti alle deroghe sulla capienza delle strutture, anche per i minori. Pugno duro, poi, per chi mente sulla propria identità: prevista l’espulsione per chi viene “beccato”.


di Mimmo Fornari