martedì 12 settembre 2023
Le preoccupazioni degli automobilisti del nord Italia, spaventati dal blocco delle auto diesel Euro 5 previsto dal 15 settembre prossimo, possono dirsi per il momento superate.
Lo stop ai diesel Euro 5, inizialmente confermato ad agosto dalla giunta di centrodestra del Piemonte, è stato scongiurato dal Governo con l’approvazione di un recente decreto legge che ha di fatto rinviato di oltre un anno il blocco previsto. Quanto ai veicoli oggetto del blocco si tratta delle auto Euro 5, o meglio tutti i veicoli omologati dopo il primo settembre 2009 e immatricolati fino al primo gennaio 2011.
In particolare, il Consiglio dei ministri con il suddetto decreto nel prevedere la revisione e l’aggiornamento dei Piani sulla qualità dell’aria da parte delle Regioni che nel 2017 hanno siglato l’Accordo di Programma, ha inteso garantire un riesame dei provvedimenti finora adottati alla luce dei risultati già conseguiti e/o da conseguire sulla riduzione delle emissioni inquinanti. E proprio per consentire il raggiungimento di tale scopo il Governo ha deciso:
– di consentire l’attuazione delle misure di limitazione alla circolazione da parte dei veicoli in discussione solo a far data dal primo ottobre 2024 e in via prioritaria nei Comuni con più 30mila abitanti, dotati di un’adeguata rete di trasporto pubblico locale e con valori inquinanti tali da incidere sulla tutela della salute;
– prevedere l’entrata in vigore delle limitazioni obbligatoriamente a partire dal primo ottobre 2025 e sempre nei Comuni con le caratteristiche descritte.
La linea da seguire per le Regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) è, dunque, chiara. E sebbene ci sia chi considera il rinvio una vittoria a metà, la Fai, Federazione degli Autotrasportatori Italiani aderente a Conftrasporto e Confcommercio, accoglie con entusiasmo il fermo al blocco introdotto, criticando le misure stringenti previste dall’Europa per abbattere l’inquinamento atmosferico.
“Teniamo tutti ad avere un’aria più pulita, ma contemporaneamente alla sostenibilità ambientale bisogna pensare a quella economica e sociale”, afferma il presidente Paolo Uggè, ritenendo che le misure europee sulla qualità dell’aria determineranno la riduzione delle imprese di servizi, soprattutto nelle Regioni del Nord Italia.
Stesso apprezzamento giunge dal direttore e dal presidente della Cna Piemonte Nord – Marco Pasquino e Massimo Pasteris – che dopo aver qualificato la decisione “un passo avanti che evita un’emergenza grave per il tessuto produttivo piemontese” sottolineano l’esigenza di creare “un tavolo permanente di collaborazione tra la Regione Piemonte e le categorie economiche per costruire misure che agevolino la transizione” in vista della prossima scadenza. La Regione Piemonte, nel frattempo annuncia di aver potenziato le risorse previste per il miglioramento della qualità dell’aria, così come il lancio di misure a sostegno alle famiglie, nell’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, e alle imprese per la sostituzione dei mezzi più inquinanti.
Quanto fatto in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna impone, dunque, una riflessione sui provvedimenti alla mobilità privata urbana. L’introduzione di nuove regole alla circolazione richiede in via preliminare la realizzazione di infrastrutture che migliorino la mobilità cittadina e il trasporto pubblico locale.
di Ilaria Cartigiano