I bambini che rischiano di rimanere senza classe

martedì 12 settembre 2023


Siamo a Roma. In una fetta del Municipio II c’è quello che, nella Capitale, è noto come Quartiere Africano. Deve la sua denominazione prettamente alla toponomastica che si rifà al periodo coloniale dell’Italia: via Tigrè, viale Libia, viale Eritrea (per citarne alcune strade). Ma la zona, da qualche settimana, è finita agli onori delle cronache per una faccenda – o “pasticciaccio”, dipende dai punti di vista – che riguarda l’Istituto Comprensivo Montessori-Pini di via di Santa Maria Goretti. Qui, a causa di una lectio magistralis burocratica al contrario, alcuni bambini – 17 – potrebbero rimanere senza classe, visto che questa non è stata autorizzata dall’ufficio scolastico regionale. Gli altri istituti, va da sé sono già al completo: così a pochi giorni dal suono della campanella potrebbe essere messa in tavola la più classica delle frittate. Di quelle, però, altamente indigeste.

Una situazione kafkiana, che entra a gamba sull’esperienza positiva della scuola media Montessori nata lo scorso anno. Già, perché – appunto – manca il nulla osta alla classe prima, che – come detto – conta 17 iscritti. L’anno scorso, per la cronaca, erano 14 gli studenti che, a breve, inizieranno la seconda classe. Perciò non si capisce il motivo di questo cortocircuito (il motivo legato al numero troppo esiguo non regge) a scapito di ragazzi, genitori, insegnanti di un’esperienza che sta raccogliendo consensi positivi su più fronti.

La politica, da par sua, non resta a guardare. L’assessore comunale, Claudia Pratelli, commenta: “In queste settimane c’è stata una fitta interlocuzione e tanto lavoro con ogni parte coinvolta, dall’Usr al Ministero, con lo scopo di superare le problematiche e trovare una soluzione per garantire che una delle esperienze pedagogiche più apprezzate e studiate nel mondo possa esistere a Roma”. L’Assemblea capitolina, parallelamente, approva all’unanimità la mozione urgente a difesa dell’Istituto comprensivo Montessori-Maria Clotilde Pini, che, nell’ambito della sperimentazione nazionale, attiva la prima scuola media integralmente ispirata al metodo Montessori.

Poi ci sono loro: insegnanti, mamme, papà che intendono mantenere in piedi quello che, a conti fatti, è vero e proprio fiore all’occhiello. Viene inviata un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara e viene informato dei fatti, in una lettera, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “A oggi, 17 alunni iscritti alla prima media non hanno una classe e si stanno scontrando con grandi difficoltà per la ricollocazione nelle scuole limitrofe mentre gli alunni iscritti alla seconda media vedranno d’improvviso cambiare l’approccio educativo ricevuto lo scorso anno, con un corpo docente pressoché nuovo, non formato al metodo Montessori, che comporterebbe la fine inspiegabile del progetto. È con grande apprensione – scrivono i genitori – che in questi giorni stiamo chiedendo alle Istituzioni preposte di orientare le scelte secondo il senso di responsabilità e autonomia già dimostrato lo scorso anno, nel processo di attivazione della prima media. Consentire la continuazione della sperimentazione nella scuola dove tutto è iniziato permetterebbe di coniugare l’alto valore simbolico di Maria Montessori con la possibilità concreta di continuare un’esperienza formativa che le nostre ragazze e i nostri ragazzi stanno vivendo o si apprestano a vivere con la gioia della partecipazione, della collaborazione e dell’inclusione sociale. Come lei stesso ha ricordato una buona scuola farà crescere, nella maggioranza dei casi, dei buoni cittadini”.

Poi ci sono le testimonianze dirette. Come quella di Irina, ucraina: “Un anno e mezzo fa io e mio figlio siamo stati costretti a lasciare il Paese a causa della guerra. Siamo diventati rifugiati in Italia, a Roma”. E ancora: “Siamo stati gentilmente accettati alla zcuola Maria Montessori in via di Santa Maria Goretti, Mio figlio è andato alla prima media. Grazie agli insegnanti che sono stati particolarmente attenti e all’Amministrazione scolastica, che mi ha aiutato in ogni modo a risolvere molti problemi, l’anno scolastico è stato fantastico. Il mio cuore trabocca di gratitudine quando ricordo i giorni di scuola di mio figlio. Credo che la scuola lo abbia aiutato non solo ad aprirsi, a superare la barriera linguistica e ad integrarsi nella società italiana, ma anche a guarire il suo trauma mentale. Credo che i metodi di questa scuola, non solo funzionano e siano efficaci, ma anche vitali per i bambini che attraversano situazioni difficili (che si tratti dell'adolescenza o di problemi più profondi). Dopo un anno di studio, mio figlio non vede l’ora di tornare per fare la secondo media… non capisco perché sia impossibile sostenere un progetto che ha a cuore non solo l'acquisizione di conoscenze, ma anche lo stato morale e psicologico dei bambini”.

Al fianco della protesta, donando un disegno (vedi foto), si è schierato pure Gianluca Costantini, fumettista che collabora alle campagne di Amnesty International e autore del ritratto di Patrick Zaki che ha supportato la campagna per la sua liberazione.

Nel frattempo per domani alle 9, su proposta dei genitori di prima e seconda media, con la preziosa collaborazione dei docenti, era in programma una lezione simbolica a classe unificate per “condividere il valore del Metodo Montessori e supportare la richiesta di attivazione della prima media 2023-2024”. Una lezione all’aperto, nel cortile d’entrata della scuola, ricreando una classe con i materiali. Tutti insieme, per far sentire la propria voce. E per non dimenticare che “il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”. Lezione che, come comunicato in serata, è stata posticipata a data da destinarsi. La speranza è che possa andare in scena per festeggiare l’inizio dell’anno scolastico.


di Claudio Bellumori