Addio di Bonetti, Renzi invoca la riconoscenza: “In politica non c’è”

lunedì 11 settembre 2023


“So benissimo che la gratitudine non è una categoria della politica”. La versione del Matteo Renzi riflessivo e offeso si materializza leggendo la sua enews. Il monologo online destinato agli iscritti del partito di turno. Ieri, il Pd, oggi Italia viva, domani il Centro. Il senatore di Rignano sull’Arno non ha preso bene l’abbandono di una fedelissima come Elena Bonetti. L’ex ministra è passata dalle fila renziane a quelle calendiane. “Non entro in Azione – ha precisato la deputata – ma in ticket con Carlo Calenda, collaboro per la nascita di un soggetto aggregativo più ampio”. È il risultato dell’ennesimo “scippo” che si è consumato all’interno del fu Terzo polo. Come scrive il Giornale, Bonetti sabato sera preannuncia l’addio direttamente a Renzi con un messaggio WhatsApp. “Ti auguro tanta felicità. Stai bene”, risponde l’ex rottamatore, laconico. L’ex ministra esce dalla chat di Italia viva e la reazione del deputato Roberto Giachetti, come al solito, più realista e cattivo del re, è durissima. “Sei un’ipocrita, un’opportunista e una codarda”.

Un fatto è certo. Per la “narrazione renziana” è un colpo al cuore. “Stiamo finalmente facendo i congressi: non possiamo continuare a nominare ministri e deputati senza democrazia interna. Qualche amico che non condivide, ha annunciato di lasciare Iv. Chiedo il massimo rispetto per tutte e tutti quelli che se ne sono andati e se ne andranno e chiedo di accogliere con entusiasmo i nuovi arrivi. Mi spiace ma non sarà né il primo né l’ultimo. È fisiologico che qualcuno vada e altri arrivino: nella nostra storia è sempre stato così”.

Renzi non rinuncia a snocciolare i numeri del suo “Calciomercato”. “Dopo le Politiche eravamo 14 parlamentari, ora siamo 15. Avevamo 10 consiglieri regionali, oggi sono 15. Abbiamo raddoppiato gli iscritti”.

“Il 15 ottobre ci sarà il congresso nazionale con Election Day come richiesto da alcuni dirigenti di Italia viva dopo l’assemblea di Napoli”, ricorda Renzi. “Capisco le tensioni di alcuni amici, ma dopo quattro anni un congresso democratico è doveroso e irrinunciabile. Dalla settimana dopo il congresso girerò per l’Italia anche grazie all’uscita del nuovo libro – che ho finito di scrivere in queste ore – e che s’intitolerà Palla al Centro. Così raccontiamo per bene qual è l’idea di questo mitologico Centro”, aggiunge. “Dopo quattro anni stiamo finalmente facendo i congressi: non possiamo continuare a nominare ministri e deputati senza democrazia interna”.

Il leader di Italia viva fissa una data anche per la Leopolda. “Si terrà, dopo due anni e mezzo di rinvii. Io penso che dire no a questa grande festa della politica solo perché dà noia a qualcuno dei nostri amici o ex amici sarebbe un errore. La Leopolda è il trionfo della partecipazione, spero che saremo in tanti anche l’8, il 9 e il 10 marzo”. “Il titolo dell’edizione 2024? Liberamente tratto da una poesia, ma con forti richiami politici europei. Si chiamerà: Accendere le stelle”. Renzi sottolinea anche “dal 14 al 17 settembre, la festa nazionale di Italia viva a Santa Severa (Roma). Il programma definitivo è in arrivo. Intanto, vi segnalo la presenza del ministro Nordio giovedì alle 21. Tra i ministri ci saranno anche Piantedosi, Calderone e Schillaci. Io parlerò domenica alle 11 in contemporanea a Salvini-Le Pen: Santa Severa contro Pontida, due visioni diverse dell’Europa e della politica”.

Intanto, un altro malpancista giura fedeltà al verbo renziano. Luigi Marattin, nonostante i rumors lo diano per partente, rimane, per adesso, dentro Italia viva. Lo afferma il deputato, in un’intervista a Qn. “Sì. Rimango. C’è una comunità politica in Iv, a cominciare dai 400 ragazzi che erano a Palermo alla scuola di formazione e i tanti militanti che sul territorio lavorano all’oscuro delle luci della ribalta, che non si rassegna al “meno siamo meglio è”. E che non ha paura d’iniziare un percorso nuovo e utile all’Italia, pur senza rinnegare nulla del nostro passato”.

Marattin, però, lancia una stoccata al renzismo. “Io da tempo – sottolinea – sono convinto che il futuro della politica italiana sia abbandonare la stagione dei partiti personali – inaugurata 30 anni fa con Forza Italia e divenuta gradualmente “dominante” – per tornare a forze politiche cui ci s’iscrive perché si crede in una visione di società, non solo in una persona. Poi non ho alcun imbarazzo a dire che la “persona” attorno a cui è fondata Iv è di gran lunga la migliore per fiuto e intelligenza politica”. Secondo Marattin, “il partito dei liberaldemocratici italiani alternativo ai conservatorismi e ai populismi di destra e di sinistra si farà. È solo questione di tempo”. Italia viva guarda a Forza Italia, considerato che Antonio Tajani srotola tappeti ai moderati? “Sono sciocchezze”, risponde.

“Tajani al momento è alleato con uno dei peggiori sovranismi populisti d’Europa. Ci sono tanti in Forza Italia che invece sognano un vero partito liberale. Anche con loro ci troveremo”. E sulla fuoriuscita di Elena Bonetti: “Ci ritroveremo, ne sono sicuro. La mia stima per lei rimane immutata, e condanno chi in queste ore la sta insultando”, afferma Marattin. L’attacco diretto a Giachetti è puramente voluto.


di Mino Tebaldi