Stretta sugli affitti brevi, per Spaziani Testa è un atteggiamento “senza pudore”

giovedì 7 settembre 2023


C’è chi esulta e chi dice che ormai si è giunti a una situazione “senza pudore”. A offrire il fianco alla discussione è la notizia che arriva da New York, dove saranno applicate regole più stringenti sugli affitti brevi. Secondo le autorità locali, gli affitti a breve tramite piattaforme, come ad esempio Airbnb, hanno spinto al rialzo gli affitti, aggravando la crisi immobiliare in città. La stessa Airbnb, ritenendosi una vittima di queste disposizioni più severe, avrebbe appellato questa nuova legge come un “bando de facto” della sua piattaforma.

Nel Vecchio Continente, città come Barcellona e Amsterdam sono quelle che da più tempo hanno dato vita a restrizioni sugli affitti brevi. Ma né l’una né l’altro hanno poi toccato con mano una riduzione dei canoni di locazione a lungo periodo. Anche in Italia il tema è all’ordine del giorno. E non si capisce se, alla base di ogni ragionamento, vi sia un atteggiamento ideologico o altro. L’assessore comunale al Turismo di Roma, Alessandro Onorato, ha commentato: “New York decide, il Governo Meloni dorme. Nella stessa direzione vanno le principali metropoli mondiali: da Amsterdam a San Francisco, da Barcellona a Parigi. Solo l’Esecutivo italiano si ostina a non regolamentare l’extralberghiero. È assurdo che il Comune non possa limitare le aperture in una specifica zona di Roma già peraltro penalizzata da questo fenomeno. Mettere un freno sul sito Unesco è un dovere”.

“Stiamo assistendo a una progressiva crescita dell’afflusso turistico che dopo lo stop della pandemia è diventato ancor più rilevante. Il 75 per cento dei casi di affitti turistici brevi si concentra nel 5 per cento del territorio comunale: noi interveniamo in modo chiaro su questo 5 per cento. Questa delibera ha una solidità giuridica, riteniamo di affrontare eventuali contenziosi che si dovessero verificare: preciso che la norma non è retroattiva: così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo nelle commissioni Sviluppo economico e Urbanistica, convocate online per parlare della delibera sullo stop in area Unesco ai nuovi Airbnb.

“Con gli affitti brevi di Airbnb, New York ha fatto esattamente quello che noi chiedevamo in Italia, siamo molto internazionali evidentemente”: queste le parole di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che all’Ansa ha spiegato: “Non c’è da inventarsi nulla di nuovo, se anche altri Paesi come Stati Uniti e una città grande e prestigiosa come New York arrivano alle nostre stesse identiche conclusioni”.

Una voce fuori dal coro, come sempre, è quella di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che ha replicato a Bocca: “Ma che strano! Al presidente dell’associazione degli albergatori piace la leggina che obbliga chi visita New York a dormire in albergo! Ormai Federalberghi non cerca più di nascondersi dietro le favolette sui problemi abitativi. Ha perso ogni pudore e va direttamente al punto, dicendo senza mezzi termini che ai proprietari italiani deve essere vietato di dare in affitto la propria casa”.

“Niente da fare, si scordino il diritto e la libertà – ha insistito Spaziani Testa – se una persona si sposta per lavoro, per turismo o per assistere un familiare malato, deve per forza andare in hotel, punto. Federalberghi vuole così. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che queste assurdità finiscono pure su qualche giornale”.

Il ministro del Turismo del Governo Meloni, Daniela Santanchè, nel frattempo ha affermato in un colloquio con l’Ansa: “Sono molti anni che si aspettava un intervento specifico e non mi sembra che nessuno, prima di noi, né la sinistra che è stata per 10 anni al Governo, né quei sindaci che oggi chiedono interventi urgenti, abbia mai voluto affrontare una questione riguardante un tema così complesso e spinoso. Abbiamo invece affrontato la situazione degli affitti brevi in tempi non sospetti – ha insistito – avviando, già mesi fa, tavoli di confronto con associazioni di categoria e degli inquilini, le Regioni e i sindaci delle città metropolitane, per di arrivare ad una proposta il più possibile condivisa. Senza dubbio quindi, in tempi rapidi abbiamo messo la questione tra le priorità da affrontare nel settore del turismo… abbiamo dato ai soggetti interessati il testo della nostra proposta normativa al fine di formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere altamente condivise”.

E qui Spaziani Testa ha notato: “Nel disegno di legge antiaffitti brevi del Ministero del Turismo ci sono anche delle parti comiche (sull’aspetto giuridico sorvoliamo per carità di patria)”. Non solo: “Una curiosa coincidenza sulla mail delle 20,29 con la quale il Ministero del Turismo, eseguendo le indicazioni di giornata di un’associazione di albergatori e di un paio di sindaci del Pd, ha trasmesso ai soggetti interessati (cit. Ministro) il disegno di legge che cerca di impedire gli affitti brevi in Italia: la mail non è stata inviata a Confedilizia, destinataria dei precedenti testi e partecipante (critica) alle riunioni al Ministero. Sarà stato un disguido”. A seguire la stoccata a Beppe Sala: “Per il sindaco di Milano la leggina che obbliga chi visita New York a dormire in albergo è un riferimento. D’altronde, per chi usa locuzioni come razzia di appartamenti e liberismo eccessivo è comprensibile che i diritti e la libertà dei cittadini proprietari di casa non siano un valore”.

Intanto le associazioni Aigab, la stessa Confedilizia, Fiaip, Prolocatur “esprimono la loro più totale contrarietà al disegno di legge in materia di locazioni brevi predisposto dal Ministero del Turismo”. A loro detta, “si tratta di un testo palesemente mirato a contrastare l’ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo in virtù della previsione di una innumerevole serie di divieti, limitazioni, requisiti e obblighi senza precedenti, alcuni dei quali di pressoché impossibile applicazione. Basti, a titolo esemplificativo, citare alcune previsioni”.

Ossia viene vietato, nelle città più importanti, l’affitto delle case per una sola notte; vengono imposti ai proprietari di casa gli stessi adempimenti previsti per gli alberghi (estintore, rilevatore monossido di carbonio, segnaletica di sicurezza), persino nel caso in cui si affitti per una settimana l’anno la casetta al mare o in montagna; vengono previsti, per la prima volta nella storia, dei requisiti soggettivi per poter affittare una casa; viene imposto di diventare imprenditore, con i mille adempimenti conseguenti, a chi dia in locazione breve più di due appartamenti; vengono introdotte pesanti sanzioni per violazione di meri obblighi formali (per esempio, fino a ottomila euro per chi dimenticasse di chiedere un codice).

“Si tratta – sintetizzano i rappresentanti delle associazioni di categoria – di una proposta di legge inaccettabile che contraddice le ripetute dichiarazioni pubbliche nelle quali il ministro Santanchè affermava, nell’affrontare la delicata materia delle locazioni turistiche, la propria contrarietà all’introduzione di divieti, chiusure e limitazioni. Chiediamo un deciso cambio di rotta nell’impostazione di una normativa che, se rimanesse tale, determinerebbe una pericolosa deriva liberticida rispetto al diritto costituzionalmente garantito di poter affittare liberamente il proprio immobile, acquistato spesso e volentieri con i risparmi accumulati in anni e anni di sacrifici”.

 


di Mimmo Fornari