Strisce blu: rincaro Capitale

mercoledì 6 settembre 2023


Detto, fatto. Mariacristina Masi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione sull’ipotesi di un possibile aumento delle tariffe delle strisce blu di Roma. Dopo aver annunciato “non si tocchi il ticket giornaliero” ecco il documento dell’esponente di FdI, maturato a seguito delle notizie apparse sulla stampa, dove in sostanza è stata paventata l’idea che avrebbe avuto la giunta capitolina di modificare le tariffe dei parcheggi sulle strisce blu e di “annullare la possibilità del biglietto giornaliero, soprattutto per i lavoratori”.

Masi, immediatamente, aveva commentato: “l’assessore Patanè (titolare della Mobilità della Città eterna, ndr) non sa più come punire i romani che utilizzano l’automobile per recarsi sul posto di lavoro e ogni tanto se ne inventa una nuova, senza però tenere conto delle condizioni in cui versa il trasporto pubblico nella città – ha spiegato – e quanto poco ha fatto per migliorarlo in questa consiliatura”.

Masi, così, ha aggiunto: “Continuiamo a sostenere che con gli effetti dell’inflazione i romani e le famiglie non possono permettersi ulteriori aumenti dovuti alla necessità evidente di fare cassa da parte delle Amministrazioni che non riescono a razionalizzare le spese”. Da qui l’interrogazione, “al fine di capire le reali intenzioni dell’assessore e di ribadire quanto sia importante non solo mantenere il ticket giornaliero, ma che ne rimanga il costo invariato”.

Il consigliere di Fratelli d’Italia, nello specifico, ha ricordato nel testo protocollato ieri che al momento “vie una tariffa ordinaria che è di un euro all’ora fuori le Ztl e di 1,20 euro all’interno delle Ztl; vi sono poi le tariffe agevolate 0,20 euro per quindici minuti di sosta (sosta breve); 4 euro per 8 ore continuate di sosta; 70 euro per un mese solare”.

Poi ha proseguito: “Sarebbe allo studio dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità un rincaro di 50 centesimi all’ora nelle zone centrali della città”. Non solo. Infatti, ha segnalato, si parlerebbe pure di “aumenti più consistenti; dovrebbe essere inoltre cancellata la tariffa giornaliera di 4 euro e fortemente ridimensionato il numero di abbonamenti mensili”.

Oltre a ciò, ha insistito, “dovrebbero essere creati altri trentamila nuovi stalli a pagamento, a fronte degli attuali 70mila, con un’ulteriore riduzione dei parcheggi gratuiti”. Il nuovo piano tariffario dovrebbe essere presentato in Assemblea capitolina “entro la fine dell’anno”.

Tutta questa serie di misure avrebbero una giustificazione, ovvero quella di spingere i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici, lasciando a casa quelli privati, oltre al fatto di permettere una rotazione delle auto negli spazi disponibili. E qui ecco i dubbi di Masi: “Non si tiene conto che i cittadini sono costretti ad adoperare i propri veicoli, stante la perdurante carenza di mezzi pubblici; né si considera il danno che subiranno gli operatori commerciali, già penalizzati dalla crisi pandemica e dai rincari energetici, che andranno incontro a una riduzione del flusso della clientela”.

A seguire, Masi ha chiesto lumi al sindaco Roberto Gualtieri. In primis, se sia vera l’ipotesi di questo aumento delle tariffe. A cascata, quali saranno gli incrementi previsti e da quando potrebbero entrare in vigore. Infine, in quali zone di Roma finirebbero i nuovi 30mila stalli a pagamento. E se sia in essere una valutazione dell’impatto che potrebbe esserci per le attività commerciali e sui cittadini. Senza dimenticare la questione della Fascia verde, che rischia di costringere la popolazione, per poter muoversi nell’Urbe, ad “acquistare un’altra auto”.

Tra le altre cose, il Campidoglio – nel lavoro sulla Ztl – starebbe vagliando altre misure. In sostanza, se le stazioni di monitoraggio dovessero segnalare una eccessiva concentrazione di inquinanti nell’aria – dalle 7,30 alle 20,30 – ci sarebbe il divieto di transito per le vetture diesel Euro 4 e per le vetture a benzina Euro 3. Ma non finirebbe qui. Perché se nonostante queste restrizioni, la qualità dell’aria non dovesse migliorare, verrebbe allargato il divieto di transito pure ai veicoli diesel Euro 5 e Euro 6. Sul fronte dei i motoveicoli, la restrizione si applicherebbe ai veicoli diesel Euro 3.


di C.B.