La scuola a Roma è una “catastrofe annunciata”

martedì 29 agosto 2023


Niente di nuovo sotto il sole. Anzi, la situazione – adesso – è ritenuta drammatica. Si parla di scuola e, secondo la Uil, nella Città eterna siamo al cospetto di una “catastrofe annunciata”. Lo mettono nero su bianco Mirko Anconitani, segretario responsabile Uil-Fpl di Roma Capitale e Francesco Croce, segretario regionale Uil-Fpl. I diretti interessati, in una nota inviata a più soggetti, tra cui il sindaco Roberto Gualtieri, parlano di un personale disorientato, di una proposta organizzativa del lavoro relativa a nidi e plessi romani “lacunosa”.

Domani è prevista una commissione capitolina Scuola: le frizioni non mancano, le criticità nemmeno. Anconitani, contattato dall’Opinione, tira in ballo la “presunzione” e l’“improvvisazione politica”. Un disco rotto, il suo, visto quanto già indicato a luglio su questo giornale: “Si sperimentano aperture fino alle 18, per intercettare nuova utenza. Ma invece di farlo con risorse nuove, aggiuntive, lo si fa gravando ulteriormente sulle lavoratrici”.

Ma veniamo alla lettera che, come detto, ha tra i suoi destinatari anche Gualtieri. Già a inizio agosto – ricordano – “dopo mesi di richieste d’incontro avanzate da tutte le organizzazioni sindacali, l’assessore Claudia Pratelli ed il Dipartimento educativo e scolastico hanno cercato, fuori tempo massimo, un accordo sindacale sull’organizzazione del lavoro nei nidi e nelle scuole capitoline per la riapertura di settembre. Non c’era alcuna condizione per condividere una proposta che quasi tutto il tavolo ha giudicato tardiva, lacunosa e per molti versi irrealistica, prodotta dalla stessa parte politica e gestionale che ha dissimulato per mesi il depauperamento del fondo sul tetto del lavoro flessibile – pur segnalato ad aprile 2023 con specifica nota dal Dipartimento Risorse umane – e ha continuato a scantonare e differire un confronto ritenuto urgentissimo dai sindacati, sin dalle prime settimane del 2023”.

Un quadro, questo, coronato “dalla grottesca vicenda della gestione della governance nel settore educativo e scolastico – insistono – i dati relativi alle domande per le progressioni interne del personale capitolino rivelano purtroppo la fondatezza delle previsioni della Uil-Fpl – e non solo – sulla pianta organica pretesa dal dipartimento riguardo l’importante e strategica figura del coordinatore pedagogico”. Un tema, proseguono, gestito “in modalità assolutamente unilaterale quanto miope, senza il preventivo confronto necessario per amalgamare le varie figure direttive e di coordinamento esistenti all’interno del settore e stabilire una definizione naturale di compiti e ruoli che avrebbe evitato tensioni tra i lavoratori, guerre fra poveri, a esclusivo vantaggio delle famiglie che fruiscono del servizio 0-6”.

Secondo gli esponenti della Uil, il Comune in pratica sconterebbe il paradosso di una selezione “con meno concorrenti che posti disponibili, con buona pace di chi aveva minimizzato le allarmate segnalazioni più volte espresse. Presentati qualche mese fa come imprescindibili per l’apertura di nidi e scuole a settembre, tanto da indurre una contrazione dei tempi del tavolo di confronto e pregiudicare lo spirito di condivisione sull’intero impianto delle progressioni verticali, i coordinatori pedagogici sono divenuti un argomento tabù, su cui non è stato mai possibile aprire una reale discussione relativa al fabbisogno (apoditticamente il numero è stato fissato a 300) e alle modalità di copertura dei posti”. Presi gli ingredienti, vanno avanti i due rappresentanti sindacali, ecco che “la frittata è fatta”. Morale della favola? “A settembre nidi e scuole riaprono senza queste importanti figure – sbottano Anconitani e Croce – che nella migliore delle ipotesi arriveranno all’inizio del 2024 a strutture aperte, con Poses e funzionari educativi ad operare senza che sia stata predisposta, presentata, prevista ed illustrata, una fase di transizione tra vecchia e nuova governance”.

Nel ragionamento, la Uil-Fpl fotografa una situazione da nozze con i fichi secchi. L’anno scolastico, pertanto, riparte “con tutte le lavoratrici del settore in grande agitazione per la catastrofe organizzativa, ampiamente prevista, imposta unilateralmente dal Dipartimento Educativo e Scolastico, che da una parte prevede in ciascun Municipio l’apertura prolungata di diverse strutture, dall’altra, a causa del prossimo esaurimento del tetto di spesa per il lavoro flessibile, prevede la chiusura arbitraria di sezioni a cadenza settimanale, con personale disorientato che si ritrova da un giorno all’altro a perdere la propria sede di lavoro e a dover essere riassegnato, la contrazione degli organici all’interno delle strutture ed un’organizzazione delle supplenze che getterà nel caos nidi e scuole, con probabile infrazione delle previsioni legislative regionali relative al rapporto 1/7 (educatore/bambini)”.


di Claudio Bellumori