Terzo polo, va in scena il lungo addio

venerdì 4 agosto 2023


Il Terzo polo non c’è più, da tempo. Esiste solo formalmente. Così, va in va in scena il lungo addio. Stavolta, il confronto affilato tra i due acerrimi amici Carlo Calenda e Matteo Renzi sembra davvero al capolinea. Anche l’unione dei gruppi è alle battute finali. Azione e Italia viva sono separati in casa. Dopo la pietra tombale messa sulla creazione del partito unico in primavera, l’estate sembra essere la stagione in cui il divorzio consensuale tra i due partiti verrà sancito anche nelle aule parlamentari. Potrebbe esserci a breve il giorno dell’ufficialità della rottura, anche se ancora non è chiaro chi farà il primo passo. L’idea di massima è che verrà fatto uscire un comunicato congiunto.

Renzi è intervenuto ieri sera nel corso della trasmissione Zapping, su Rai Radio 1, a proposito dell’eventuale divorzio nei gruppi parlamentari. E non ha negato i dissidi. “Rifletteremo e decideremo tutti insieme. La separazione – ha detto – è una questione tecnica, la questione politica è che in questa settimana io vorrei parlare del Niger, dell’Ucraina, di ciò che sta accadendo nel mondo, non del derby Twiga-Capalbio. Calenda invece la polemica l’ha fatta ancora una volta contro di noi, non capisco e mi dispiace”. I tanti punti di disaccordo, tra cene nel locale della ministra Daniela Santanché, salario minimo ed elezione diretta del premier, pare, insomma, che abbiano avuto la meglio anche sui problemi che si potrebbero venire a creare alla Camera e, soprattutto, al Senato. C’è esasperazione da entrambe le parti. In Italia viva la posizione sarebbe: o si va insieme alle Europee o si rompe subito.

Tornando, però, alla politica parlamentare, a Palazzo Madama, solo Italia viva avrebbe i numeri per creare un gruppo autonomo e non confluire nel gruppo misto, come invece sarebbe destinata a fare Azione. Dall’alto dei sei senatori, contro i quattro di Azione, i renziani avrebbero vita più facile, ma la stessa cosa potrebbe non succedere a Montecitorio. Con le dovute deroghe potrebbero nascere sia un gruppo di Italia viva che un gruppo di Azione, anche se in Transatlantico fanno notare come sia difficile fare un conto di chi andrà dove, perché negli ultimi tempi non sono mancati i malumori, ad esempio di Ettore Rosato ed Elena Bonetti, dati per partenti in direzione azionista. Così come viene fatto notare che il calendiano Enrico Costa e il renziano Luigi Marattin siano promotori di un tour insieme per portare all’attenzione i temi del fisco e della giustizia. Nella formazione dei nuovi gruppi, oltre alla questione numerica, c’è poi quella legata al simbolo, che ha una tecnicalità molto complessa, tanto che si parla già di un rinnovato dialogo tra Azione e +Europa, per capire se si può superare questo scoglio.


di Mino Tebaldi