giovedì 27 luglio 2023
È la prima volta che la Uil non sottoscrive un contratto nazionale del pubblico impiego che, in questo caso, riguarda un milione e duecento mila lavoratori. Il segretario generale di Uil Rua, Attilio Bombardieri, spiega a L’Opinione le motivazioni della mancata firma per questo accordo che definisce “un contratto farsa”.
“Non sono stati trattati i temi fondamentali della scuola, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale (Afam) – spiega Bombardieri – e non riusciamo a capire perché le altre realtà sindacali hanno deciso di firmare un contratto che fino al giorno prima rivendicavano non sottoscrivibile”.
Una delle questioni fondamentali per Uil Rua è che sono state rinviate a sequenza contrattuale una serie di temi ritenuti fondamentali per il sistema italiano della ricerca e dell’università. “Ad esempio – continua il segretario generale – è stato rinviato l’ordinamento degli enti di ricerca e quindi dei ricercatori e del personale tecnico amministrativo. Si parla tanto di riportare nel nostro Paese i cosiddetti cervelli in fuga ma quando è l’ora di valorizzare la professionalità di questi ricercatori si rinvia a sequenze contrattuali che storicamente non hanno portato mai a nulla”.
Ma tutto può cambiare. Il contratto definitivo deve passare al vaglio della Corte dei conti e prima di tre o quattro mesi non avrà una firma definitiva.
In questo frangente il sindacato spiegherà quello che è successo all’interno del contratto per far capire la propria posizione. “A settembre – conclude Bombardieri – si apriranno le sequenze contrattuali, almeno così sostiene l’Aran, ed è lì che ci confronteremo su tutti quei temi che riteniamo fondamentali (come il contratto di ricerca e l’ordinamento degli enti di ricerca) per capire se c’è la volontà di modificare questo contratto in meglio. Qualora non ci fossero delle risultanze positive noi siamo pronti alla mobilitazione e anche allo sciopero”.
di Valentina Diaconale