Odio della sinistra: la migliore risposta è l’indifferenza

venerdì 14 luglio 2023


Nella cosiddetta Seconda Repubblica è stata una costante la strategia adottata da alcuni settori della magistratura politicizzata e dalle penne rosse di inficiare l’operato dei governi di centrodestra. Si tratta di relazioni di reciprocità che implicano vantaggi per entrambi.

Le indagini dei pm vengono enfatizzate dai giornali amici e nei talk-show. E, in contropartita, i giornalisti possono sfruttare lo scoop che getta discredito sull’indagato. L’obiettivo comune è quello di cercare di minare i governi di centrodestra, che si sono formati per volontà degli elettori. Se non vincono coloro che vengono sostenuti dal Deep State, si scatenano in contemporanea quelle forze che temono la perdita di influenza sul decisore politico, sulla quale hanno consolidato il proprio potere di interdizione.

Per costoro gli Esecutivi politici, espressione di un mandato popolare, non devono poter attuare riforme che possano intaccare le loro rendite di posizione. Le strategie adottate negli ultimi decenni, di delegittimare il centrodestra di Governo, ha sortito l’effetto sperato quando alcuni partiti alleati non avevano compreso che l’aggressione al partito leader della coalizione era funzionale a scardinare l’Esecutivo politico per affidarlo, con l’avallo del Quirinale, a un tecnico di area.

Tutti i cosiddetti tecnici nominati dai Presidenti della Repubblica dopo la fine del mandato si sono schierati con la sinistra. La “sospensione della democrazia” era sempre motivata da “una emergenza” che in Italia non manca mai. Lo scioglimento del Parlamento per indire nuove elezioni dopo una crisi di Governo, come accade in tutte le democrazie mature, per l’Italia era considerata un’eresia. La nomenklatura europea, ovviamente, ha sempre fatto da sponda al Quirinale per la formazione di Esecutivi tecnici, per il fatto che sono sempre stati proni ai diktat dell’Ue.

Fortunatamente, gli attuali leader dei partiti della coalizione che guidano il Paese hanno fatto tesoro delle precedenti esperienze negative. Ognuno dei leader dei partiti alleati di Governo, legittimamente, devono competere per migliorare le proprie performance elettorali in vista delle prossime elezioni europee, che prevedono il sistema elettorale proporzionale ma opportunamente non mettono in discussione la lealtà all’Esecutivo voluto dagli elettori.

L’opinione pubblica è stanca di polemiche strumentali allestite da un’opposizione senza una bussola politica e da giornali che, pregiudizialmente, devono trovare argomenti per contrastare un Esecutivo impegnato su tanti fronti per rispondere alle esigenze dei cittadini. Certamente, se la classe politica non desse spunti alle opposizioni per creare polemiche, sarebbe un fatto positivo. È difficile competere con “opinionisti” che enfatizzano all’unisono le “leggerezze” comunicative di politici abituati alla schiettezza, perché non sanno o non vogliono utilizzare il politichese, del quale sono maestri i professionisti della politica di sinistra e di estrema sinistra.

Lo strumento comunicativo più efficace dovrebbe essere l’indifferenza o risposte lapidarie come quella della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Sul caso di Leonardo La Russa, da madre, comprendo molto bene la sofferenza del Presidente del Senato, anche se non sarei intervenuta”. Strepitosa dichiarazione: concreta, efficace e definitiva!


di Antonio Giuseppe Di Natale