Valditara dice “no alla scuola del Tar”

giovedì 13 luglio 2023


“Non si nega diritto alla tutela, ma non si deve debordare”. Giuseppe Valditara ne è assolutamente convinto. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, in un intervento sulla Stampa, commenta la lettera di 110 docenti trentini in merito al ricorso al Tar di una ragazza non ammessa alla maturità per 5 insufficienze. “È sempre più diffusa – scrive Valditara – la prassi di contestare le decisioni della autorità scolastica, siano a farlo genitori o studenti. Accanto a questo mancato riconoscimento della autorità, vi è la fuga dalla responsabilità. Vi è l’affermazione di una cultura dei diritti a cui non corrisponde una cultura dei doveri: i diritti sono sempre i propri, i doveri quelli altrui”. Per il ministro, “la scuola può e deve dare un contributo importante per iniziare una svolta valoriale nella nostra società. La scuola, e insieme con essa i media, devono tornare a narrare esempi virtuosi, che si impongano come riferimento per i giovani”. “Poi – scrive ancora – occorre sanzionare chi non dimostra responsabilità e rispetto verso l’autorità dei docenti e del personale scolastico” e “occorre non lasciare solo il docente. Insomma si deve dimostrare a tutti che lo Stato c’è”. “La lettera dei 110 professori esprime frustrazione e disagio verso una giurisprudenza che in alcuni casi delegittimerebbe la autorevolezza stessa del docente. Certamente vi possono essere situazioni limite, per cui non si può negare il diritto costituzionale ad una tutela”.

Ieri, in occasione della presentazione del Rapporto Invalsi alla Camera dei deputati, Valditara ha parlato di “spaccatura del Paese”. Leggendo i dati “noi non possiamo più accettare che l’Italia sia divisa in due, il messaggio forte che voglio lanciare è che abbiamo il dovere morale di ricomporre in unità il sistema scolastico e formativo del nostro Paese per dare a tutti i ragazzi, ovunque essi vivono, le stesse identiche possibilità di successo formativo, e quindi lavorativo”. “Già nella scuola primaria si viene a individuare quella spaccatura che penalizza tanti ragazzi italiani e questo è ancor più moralmente inaccettabile” anche perché “la scuola primaria anticipa e influenza i risultati successivi, è lì che lo studente acquisisce le competenze che sono la base dei futuri apprendimenti”.


di Redazione