Riforma giustizia, Tajani: “Nessuna contrapposizione con i magistrati”

lunedì 10 luglio 2023


Forza Italia intende mantenere l’impegno preso con gli elettori che ci hanno affidato una responsabilità di Governo. Quindi andremo avanti, per rendere più efficace il nostro sistema giudiziario, sia per quanto riguarda la giustizia penale sia per quella civile”.

Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della trilaterale Italia-Slovenia-Croazia ad Ancona. Poi segnala: “Lavoreremo per la separazione delle carriere, cosa che diciamo dal 1994, quindi nessuna contrapposizione coi magistrati. Anzi, questa riforma va nella direzione di sostenere il lavoro di tanti magistrati che, in silenzio, amministrano bene la giustizia nel nostro Paese”.

Sullo stesso tema interviene Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, che sul Messaggero ricorda: “Credo che questo Esecutivo non abbia manifestato alcun interesse ad alimentare lo scontro, ha solo avanzato una legittima perplessità dettata dalla peculiarità degli ultimi fatti”. Più precisamente: “Mi riferisco alle vicende Santanchè e Delmastro. Dopodiché, che all’interno del sindacato dei magistrati ci sia una componente politicizzata, che da tempo guarda con particolare livore al centrodestra, credo non sia una sorpresa. Bisogna sempre avere fiducia nella magistratura, anche quando perde credibilità, come negli ultimi anni”.

In più, sottolinea che il Governo “non può essere accusato di invasione di campo se, democraticamente eletto, decide di varare una riforma dell’ordinamento giudiziario”. A ciò aggiunge che la separazione delle carriere, a suo avviso, “renderebbe più credibile la magistratura e più autorevole la politica. Temo che la stagione berlusconiana non abbia insegnato nulla”.

Da par sua, Salvatore Casciaro – segretario generale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) – intervistato da Radio Anch’io, su Radio Rai 1, puntualizza che si tratta di “un falso e mina la fiducia dei cittadini nella magistratura” il “parlare di magistrati che scendono in campo, svolgendo un’azione politica al fianco dell’opposizione”, come avrebbero fatto le note “filtrate da Palazzo Chigi e da via Arenula”. Tutto ciò, insiste, per il “solo fatto” che un giudice, “facendo il suo lavoro con coscienza e occupandosi di un fascicolo che riguarda per puro caso un politico, assume una determinata decisione”. Questo, continua, “significa delegittimare la magistratura”.

Il centrodestra, allo stesso tempo, tiene la barra dritta. Giorgio Mulè (Forza Italia), vicepresidente della Camera, in un’intervista a La Stampa indica: “Il problema non era Silvio Berlusconi. Il problema è la frangia politicizzata della magistratura. C’è una frazione di magistrati che non riconosce il primato della politica come prevede la Costituzione. Alcuni di loro non hanno mai accettato questa primazia. È una questione antropologica. Non sposo la tesi del complotto. Però, anche se sono solo una parte, quelli ideologizzati, contano tantissimo”. E va avanti: “Ricordo che l’articolo 111 della Costituzione prescrive che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dellaccusa. Sottolineo: riservatamente. Ora, i magistrati che sono al vertice dell’Anm possono affermare che questo articolo della Costituzione non sia stracciato quotidianamente?”.

Un tema caldo, insomma. Dove dice la sua pure Luciano Violante, ex presidente della Camera: “Quando gli stessi conflitti politici si ripetono, noiosamente per decenni, bisogna andare alla radice – commenta sul Corriere della Sera – alla rinuncia della politica all’esercizio della propria sovranità in favore della magistratura, avvenuta a partire dagli anni ’80... Bisogna tornare alla Costituzione. La politica, tutta, deve riconquistare la propria sovranità. Oggi i problemi più urgenti sono posti a mio avviso da atteggiamenti dell’Anm non congrui con la rappresentanza di un potere che deve essere terzo. Deve sostenere le proprie ragioni con modalità che siano conformi al ruolo costituzionale della magistratura. L’Anm rappresenta i magistrati, non i cittadini”. In sintesi, il tono “non è condivisibile” perché così “l’Anm rischia di far diventare l’intera magistratura controparte del Governo”. Con una postilla: “I governi subiscono una sindrome di accerchiamento. Era già successo a Renzi, a Conte, a Berlusconi. Prodi criticò alcuni interventi della giustizia amministrativa. Fa parte della dinamica politica. Ma la magistratura deve mantenere la propria autorevolezza, non deve cedere al complesso del ring”.


di Mimmo Fornari