Croci in vetta: tanto rumore per nulla

lunedì 26 giugno 2023


Nessuno toccherà le croci in cima alle nostre montagne. Lo dichiara ufficialmente Antonio Montani, presidente del Club alpino italiano (che di norma di occupa della manutenzione delle stesse). “Si tratta di un equivoco, l’argomento non è mai stato trattato in alcuna sede ufficiale”. Questa la risposta diretta soprattutto al Ministro del Turismo Daniela Santachè infuriata per non essere stata avvertita della presunta decisione del Cai, visto che il Ministero è organo vigilante del Club alpino.

“Resto basita – dichiara alle agenzie la Santachè – dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto”. Qualche ora dopo arriva la smentita di Montani ma è bastato un momento di incomprensione per accendere le polemiche con tutto il centrodestra schierato in difesa della croce, simbolo di cultura, tradizione e “punto di riferimento per gli scalatori”, come specifica il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (Forza Italia).

“Dovete passare sul mio corpo per togliere anche solo un crocifisso da una vetta alpina” attacca il segretario della Lega Matteo Salvini.

L’equivoco nasce dalle dichiarazioni di Marco Albino Ferrari, direttore editoriale del Cai, che durante la presentazione di un libro avrebbe dichiarato “la necessità di lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l’istallazione di nuovi simboli sulle cime (…) Essendo il presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali” come riportato dall’editoriale su “Lo Scarpone” da dove poi si è accesa la polemica.


di Redazione