Schlein (in confusione) per ora si salva, mentre Renzi l’attacca

martedì 20 giugno 2023


Quel che resta del giorno sono le parole d’ordine di Elly Schlein: giustizia sociale, lavoro, clima. Messaggi in un scenario non certo di macerie, ma senza dubbio di malumori. E di tensioni: il segretario del Pd, al Nazareno, avverte che non vuole ballare da sola. Va oltre: ben vengano le critiche, se costruttive. E confessa che i ballottaggi “sono stati una sconfitta”. Ma, allo stesso tempo, c’è bisogno di camminare insieme. Insomma: va dato un taglio agli psicodrammi. Anche se Beppe Sala, sindaco di Milano, in un’intervista a La Stampa segnala: guai a tenere i piedi in due staffe, bisogna essere chiari su come la si pensa. Soprattutto perché c’è un elettorato che non dimentica.

Già chiarezza. Perché ciò che traspare è una grande confusione, soprattutto tenendo conto che ieri, qualcuno, già parlava di una conta a nemmeno quattro mesi dalle ultime primarie. Quella presenza al corteo del Movimento Cinque Stelle non va giù. Ma non è solo quello. Troppe nebulose in un programma avvertito da molti come ambiguo.

Alla fine, c’è l’ok per i punti presentati sui quali mobilitarsi in estate. Eppure Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, va dritto nel merito: “Nessuno ti vuole azzoppare, segretaria, ma la parte finale della tua relazione è stata inutilmente polemica. Chi guida deve accettare la dialettica, non è lesa maestà”. Elly Schlein è questa. Non è un elemento dell’apparato, va di ideologia e slogan.

Nessuno alla fine, però, sbatte la porta. Il fuocherello della scissione riceve un getto d’acqua gelata che placa i bollenti spiriti. Detto ciò, Pina Picierno incalza: “Credo la partecipazione della segretaria alla manifestazione dei Cinque Stelle sia stato un errore. Il punto è: cosa stiamo facendo? Quale è la strategia? Siamo sicuri che dire che saremo in tutte le piazze, senza prima aver fatto la fatica di una proposta politica condivisa, sia giusto?”.

Torna lo stesso motivetto: politica condivisa. All’interno di una serie di dubbi: da una parte, qualcuno attende qualcosa di sinistra; dall’altra la deriva all’orizzonte è sempre più populista, in un mix di complotti e vecchi fantasmi. Uno di questi, Matteo Renzi, fa sapere di non aver gradito certe dichiarazioni: “Colpisce che, durante la direzione nazionale del Pd, Elly Schlein senta il bisogno di attaccare proprio me. Il mio Pd provò a fare le riforme nonostante il fuoco amico e la violenta polemica interna. E provò a fare le riforme insieme alle opposizioni: Berlusconi venne al Nazareno per discutere seriamente tra avversari, come si fa nei Paesi civili. Non si mise il passamontagna per parlare delle brigate, non attaccò gli Stati Uniti d’America, non portò una piattaforma opposta a quella del Pd come hanno fatto Grillo e Conte. Un consiglio a Elly? Non usi il mio nome per ricompattare i suoi – chiosa – è un giochino che non funziona più. Parli del futuro se ne è capace. Sul passato, se vuole confrontarsi con i nostri risultati, prima prenda il 41 per cento e poi ne riparliamo”.

Le Europee sono distanti ma non troppo. Il banco di prova per Elly Schlein sta lì. Bisogna vedere come ci arriverà e se, soprattutto, ci arriverà. La sensazione è che la strada sia tutt’atro che in discesa.


di Mimmo Fornari