Abuso d’ufficio, Delmastro: “Diremo all’Ue che non serve”

lunedì 19 giugno 2023


“Il nostro codice sulla corruzione non ha pari. Lo diremo all’Ue”. Ne è convinto Andrea Delmastro Delle Vedove. Il sottosegretario alla Giustizia, in un’intervista a Repubblica, sostiene che il tema vero sia un altro: “Noi stiamo facendo una riforma liberale del diritto penale che non depriva i magistrati di alcun potere d’indagine, ma conferisce diritti in più al cittadino presunto innocente. Siamo disposti a dialogare con tutti, ma siamo orgogliosi della nostra proposta”. Per Delmastro Delle Vedove Carlo Nordio non è irrispettoso. “Sembrano più irrispettosi i magistrati che hanno cominciato a criticarlo”, risponde. La premier però si è arrabbiata: “Leggo solo propalazioni giornalistiche, non l’ho sentita per nulla irrigidita, come me del resto”, prosegue. Per il sottosegretario, “l’Anm è un interlocutore con cui vogliamo dialogare, ma preferiremmo che lo facesse sui testi e non sui pre-testi, altrimenti le critiche diventano pregiudizi”. La separazione delle carriere dei magistrati è “un obiettivo che abbiamo, ma aprendo prima una grande stagione di dialogo con gli operatori del diritto per non viverla come punitiva – spiega il sottosegretario – ma come strumento per garantire il giusto processo, la piena parità delle parti e un giudice terzo”.

Anche Fausto Bertinotti ritiene “sacrosanta” l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. In un’intervista al Foglio, l’ex segretario di Rifondazione comunista ed ex presidente della Camera sostiene la necessità di ascoltare i “sindaci. A partire dai vertici dell’Anci. La sinistra avrebbe dovuto abrogarlo da tempo senza aspettare che a farlo fosse un governo di destra. La sinistra dovrebbe recuperare l’antica propensione garantista che ha caratterizzato l’intera storia del movimento operaio, come testimoniano le riflessioni di personalità illustri, da Umberto Terracini a Emanuele Macaluso in tempi più recenti”. Quanto a Giorgia Meloni, Bertinotti non ha dubbi: “Non scherziamo, la premier è afascista. Con Meloni non vedo il pericolo di una deriva fascista né autoritaria, vedo piuttosto il tentativo di espansione e controllo, questo sì totalitario, di tutti i gangli vitali della società. Come se, tra un’elezione e l’altra, la democrazia si sospendesse. Il centrodestra a guida Meloni ha tre teste: una liberal-draghiana, una corporativa, una illiberale. Ma il suo governo non deve fare paura”.

Sulla riforma voluta dal Governo interviene anche il renziano Ettore Rosato. “Le anticipazioni della riforma sulla giustizia proposta dal ministro Nordio – dice il deputato di Azione-Italia viva – sono per noi condivisibili: se non verranno snaturate, ci sono tutti i presupposti per un nostro voto favorevole. I vari punti del nostro programma elettorale e le richieste avanzate durante l’elaborazione della riforma si ritrovano tutte nei testi anticipati dal ministro Nordio. È evidente che una condivisione dei contenuti non può portare che a una condivisione del voto. Non è che perché la proposta arriva da un Governo di centrodestra, noi non siamo più d’accordo. Il ruolo dell’opposizione in Parlamento è quello di trovare sinergie, non di scontrarsi a prescindere. È lì perché il governo faccia cose utili. Capita spesso che maggioranza e opposizione votino insieme. Non dovrebbe essere un’eccezione ma un modo per costruire insieme risposte adeguate”.


di Redazione