Piantedosi: “In Cdm un intervento contro i femminicidi”

lunedì 5 giugno 2023


“Più prevenzione e braccialetto, ma la repressione non basta. Perché il femminicidio non è un fatto individuale, ma sociale”. Matteo Piantedosi ne è fermamente convinto. “Con Nordio e Roccella stiamo lavorando a una ipotesi di intervento normativo da portare all’attenzione di uno dei prossimi Consigli dei ministri”. Lo dichiara in un’intervista alla Stampa il titolare del Viminale. Ci sarà, annuncia, “un’azione più collegiale. Quando il Governo interverrà, in Parlamento ci sarà l’opportuno confronto tra le forze politiche. Sono sicuro che non mancherà un concreto spirito di condivisione e collaborazione”.

Per il ministro dell’Interno, “l’obiettivo è evitare che la violenza o addirittura l’omicidio sia commesso. Le pene severe servono, ma non riportano in vita la vittima e non esauriscono il problema”. Come Viminale “stiamo ipotizzando un rafforzamento delle misure di prevenzione personali a partire dall’ammonimento nei confronti degli autori delle condotte violente e di informazione alle vittime, estendendo le possibilità e i casi di intervento del questore. È importante comunicare alle donne vittime di abusi la presenza dei centri antiviolenza che operano sul territorio, mettendole in contatto con queste strutture”. Nei confronti degli uomini il ministro pensa “innanzitutto al potenziamento dell’uso del braccialetto elettronico nel caso in cui l’autorità giudiziaria decida l’adozione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, nei confronti dei soggetti indiziati di delitti, consumati o tentati, nell’ambito della violenza di genere e domestica”. Ma c’è “un tema più ampio che riguarda l’educazione e la formazione che deve partire con efficacia fin dai primi anni di scuola”.

Intanto, la vicepresidente del Parlamento europeo, la dem Pina Picierno, si rivolge alla premier Giorgia Meloni, in un intervento pubblicato sulla Stampa. “Non servirà – scrive – nemmeno questa volta il decreto del giorno dopo, l’ennesimo pacchetto di misure repressive, offerto come consolazione in memoria e nel nome delle ultime vittime. Potrebbe servire, invece, un passo diverso, un approccio diverso rispetto a quello che si è sempre adottato. Presidente Meloni – è l’appello lanciato da Picierno – convochi associazioni, opposizioni, sindacati, rappresentanze sociali, religiose, volontarie, giornaliste, intellettuali, ci metta tutte in una sala, ascoltiamoci e scriviamo insieme un patto per le donne e contro la violenza di genere, decidiamo insieme cosa è necessario fare, come sperimentare nuove strade che vadano oltre le divisioni per un cammino serrato, impegnativo e comune”.


di Redazione