Renzi: “Zittire un ministro è da fascisti”

martedì 23 maggio 2023


“Se noi non partiamo dal dire che nessuno ha il diritto di fermare chi non la pensa come noi, anche se dice cose che sono giudicate aberranti (che poi che siano aberranti, chi lo decide?), rischiamo di essere travolti da una slavina in cui l’evento culturale smette di essere palestra di libertà e diventa occasione di odio ideologico. Pensiamoci bene”. Questo un passaggio della riflessione vergata da Matteo Renzi, leader di Italia Viva e direttore editoriale de Il Riformista. E proprio sul quotidiano il senatore nota: “È inutile gridare al fascismo se non siamo disponibili ad ascoltare le opinioni degli altri. Soprattutto quelli con cui non siamo d’accordo”.

Il commento è incentrato su quanto avvenuto l’altro giorno al Salone del Libro di Torino: “Alla Ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, è stato impedito di parlare. Femminista storica, radicale, oggi impegnata in una battaglia prolife su posizioni conservatrici, a Roccella è stato impedito il confronto al grido di “via i fascisti dal salone”. Ma chi è un fascista, oggi? Uno che prova a dire quello che pensa o uno che nega agli altri il diritto di parola? Pasolini – che era Pasolini e che ci aveva visto lungo – titolò un suo libro proprio così: Il fascismo degli antifascisti. Chi ha impedito a Eugenia Roccella di parlare non ha manifestato un diritto democratico: ha negato il diritto democratico di un’altra persona. Mi sembra così semplice”.

Un attacco, quello di Renzi, che finisce contro gli anatemi degli intellettuali e di una parte politica dogmatica, radicale, che non va oltre il proprio naso, rinchiuso in una presunta verità rivelata sulla base di non si sa cosa.

“Alcuni maestri del pensiero contemporaneo, cattivi maestri si sarebbe detto una volta – insiste Renzi – hanno spiegato che “la contestazione alla Roccella è quanto di più sano possa avvenire in una democrazia” (Roberto Saviano) e che “quello che tu hai fatto e che è scritto e teorizzato in questo libro ha reso la mia vita peggiore, quindi io qui non ti lascio parlare: non ne hai il diritto” (Michela Murgia)”. Insomma, pensarla diversamente è una roba sinistra. Soprattutto a sinistra.


di Mimmo Fornari