(Dis)Unione europea

venerdì 12 maggio 2023


È iniziata la campagna elettorale in tutta Europa per il rinnovo del Parlamento europeo. La novità rispetto ai decenni precedenti è la probabile vittoria dei partiti conservatori e del Partito popolare europeo. Possibilità concreta che terrorizza la nomenklatura che è anni luce lontana dalle effettive esigenze dei “cittadini europei”. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri in Italia, è anche la leader del gruppo dei Conservatori in Europa, è considerata un pericolo per il potere consolidato nel Vecchio Continente. La crescente popolarità della premier italiana e la probabile stabilità politica del governo stanno allarmando i Paesi che sono governati dalla sinistra e che sono in crisi di consenso nelle loro nazioni. I sondaggi nei vari Paesi comunitari danno per vincenti i partiti di centrodestra e della destra conservatrice. Se il trend sulle intenzioni di voto si dovesse confermare nelle urne, le nuove elezioni che si terranno nella primavera del 2024 potrebbero segnare una svolta significativa.

Ci sono i presupposti politici per il passaggio da una diarchia franco-tedesca a una possibile democrazia dell’alternanza anche nell’Unione europea. Una vera coalizione di centrodestra sul modello italiano che spazzi via una nomenklatura autoreferenziale che ha dominato l’Europa del dopo Trattato di Maastricht e che ha privilegiato gli interessi particolari di alcuni Paesi, per non fare nomi, la Germania, i suoi Paesi satelliti e la Francia. La debolezza politica del cancelliere Olaf Scholz (Spd), la crisi di consenso del partito (Renaissance) di Emmanuel Macron, anche a causa delle manifestazioni interne contro la riforma delle pensioni in Francia, hanno reso l’inquilino dell’Eliseo un’anatra zoppa. La stessa ministra del Lavoro e vicepresidente del governo spagnolo, la “comunista” Yolanda Díaz ha espresso delle critiche gratuite su Giorgia Meloni.

La strategia di comunicazione che stanno adottando è un classico ovvero quello di creare il nemico esterno per distrarre i cittadini dai loro crescenti problemi interni. Non hanno fatto i conti con la nuova consapevolezza degli elettori che non si lasciano più influenzare dal paventato rischio della “destra estrema” al governo. L’Italia, con Giorgia Meloni, ha fatto da apripista per l’affermazione di una destra liberale e conservatrice in Europa. Lo dimostrano le recenti elezioni politiche in Finlandia, dove ha subito una cocente sconfitta l’ex leader socialdemocratica Sanna Marin. Prepariamoci a una crescente aggressività da parte di politici europei contro il nostro esecutivo. Grideranno al rischio della destra estrema al governo dell’Europa nella speranza di far dimenticare che l’attuale governance ha raggiunto il punto più basso nelle relazioni tra i Paesi membri.


di Antonio Giuseppe Di Natale