I comunisti di una volta

venerdì 28 aprile 2023


Oggi mi è venuta un po’ di nostalgia dei comunisti di un tempo. Di quei compagni trinariciuti che non compravano i bambini al supermercato delle maternità surrogate ma, magari, come si scherzava una volta, li mangiavano.

Quei comunisti invasi da uno stolido furore ideologico ma con la schiena diritta.

Quando i grandi comuni del centro-nord da loro amministrati erano, più volte che non, “puliti” e ben gestiti. Senza il degrado portato da quella che, oggi, viene definita “tolleranza e inclusione” ma che, in realtà, è solo acquiescenza verso abusi e illegalità. Quelli di una volta incarnavano i troppi e impossibili sogni dei ceti più deboli – quella classe operaia “destinata al paradiso”, ormai estinta o disillusa, che non guarda più a sinistra – ma senza mai riuscire a coniugare la parola “libertà” con “uguaglianza”.

Quei comunisti di un tempo era facile odiarli, ma mai disprezzandoli. Erano avversari con cui confrontarsi, anche aspramente, ma con il rispetto dovuto a un nemico. Ricordiamo tutti la folla che si apriva, silenziosa, per far passare Giorgio Almirante in visita alla camera ardente di Enrico Berlinguer.

Così diversi dai gelatinosi personaggi oggi al timone dei partiti della sinistra, senza idee né coraggio, che strizzano l’occhio ai poteri forti e alle élite dei forum internazionali. Interpreti del tutto e del suo contrario, concavi e convessi, disposti a qualsiasi compromesso o “ma anche” pur di raccattare qualche voto di qua o di là.

Oggi, questi orfani del socialismo reale, nonostante un raffazzonato maquillage, restano ancora appesi a vecchi slogan e canzonette, reliquie di un’ideologia sconfitta dalla Storia e, quasi ovunque, nelle urne. I mal invecchiati e livorosi compagni o i giovani malmostosi dei circoli hanno cambiato veste e colore. Verde invece di rosso. Gli sono rimasti solo odio e invidia per quella classe media, conservatrice di tradizioni e valori liberali, che ha ancora l’ardire di pensare da sé e di rifiutare il pensiero unico, politicamente corretto.

I relitti del comunismo, oggi, non meritano più neanche il nostro disprezzo…


di Raffaello Savarese