Esecutivo Meloni: pazientare fino alle elezioni europee

giovedì 20 aprile 2023


L’Esecutivo di centrodestra deve continuare imperterrito la politica di bilancio improntata a una prudente, ma progressiva, riduzione del debito pubblico. È una esigenza vitale per il nostro Paese, per non sottostare ai ricatti di una amministrazione dell’Unione europea che non accetta governi politici nel Belpaese, che siano cioè espressione della volontà popolare.

La nomenklatura, pro tempore, che governa in Europa ha l’interesse a tenere l’Italia sotto scacco, a causa del suo debito pubblico. Il debito italiano è assolutamente sostenibile in condizioni di normalità finanziaria, ma purtroppo è esposto ad azioni ostili, che ne possono compromettere la stabilità.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, in sintonia con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto tesoro dell’esperienza negativa dell’ultimo Governo Berlusconi, che fu costretto alle dimissioni per l’improvvisa e inaudita vendita di massicce quantità di Btp italiani, che furono alienati sui mercati finanziari dalla Deutsche Bank. Operazione più politica che di mercato, che creò le condizioni per un golpe finanziario per far esplodere, senza una reale fondamento economico, lo spread tra il Btp e il Bund tedesco. Il tutto avvenne sotto la regia dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme alla ex cancelliere tedesco, Angela Merkel e dell’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy. Strategia, questa, volta a insediare il Governo tecnico del professor Mario Monti.

L’attuale governance europea sa di avere ormai il fiato corto. La continua pressione sulle pseudo riforme, balneari in testa, è lo strumento di pressione per screditare il nostro Paese agli occhi degli elettori. Il differimento della terza tranche dei fondi del Pnrr è funzionale a far perdere credibilità a un Governo che, in meno di sei mesi, avrebbe dovuto colmare le lacune sui progetti lasciati dal precedente Esecutivo tecnico, prono ai diktat dell’Unione europea.

Nelle prossime elezioni per il Parlamento europeo, che si terranno probabilmente nella primavera del 2024, gli attuali leader, saranno spazzati via dagli elettori europei stanchi di politiche slegate dalla realtà. L’Italia, fino a quando ci sarà l’attuale classe dirigente che governa le istituzioni europee, avrà non degli interlocutori leali bensì dei veri e propri oppositori.

La libertà di attuare politiche liberali e liberiste – tipiche di un Governo di centrodestra – passano per la riduzione dell’esposizione ai mercati finanziari del nostro debito sovrano. L’Esecutivo deve agire decisamente sul lato della riduzione delle spese improduttive, per contenere il deficit di bilancio dello Stato. Saremo veramente liberi di attuare politiche liberali solo quando l’Italia si affrancherà da istituzioni europee ostili agli interessi degli italiani. Occorre pazientare fino alle elezioni europee del 2024!


di Antonio Giuseppe Di Natale