mercoledì 12 aprile 2023
L’indigestione di cioccolato c’entra poco. Le anime del Partito Democratico sono in fermento. Paola De Micheli, nei giorni scorsi, in maniera velata – ma nemmeno troppa – ha espresso delle perplessità sulla nuova segreteria, dove potrebbe mancare la pluralità di idee.
Insomma, una creatura a immagine e somiglianza di Elly Schlein. E Luigi Zanda, interpellato da La Stampa, non ha girato troppo intorno alla questione: “Un partito come il nostro non può parlare solo di diritti”. E nello specifico: “Penso che sia molto importante difendere la natura di partito politico del Pd. Elly Schlein ha rimesso in moto il Pd. Ma ora è il tempo di chiarire la visione del partito su economia, crescita e lavoro”. Insomma, parlare di cose concrete.
Basta slogan, quindi. Perché, come spiega Zanda, è molto rischiosa “la tentazione di scivolare verso una forma di movimento. I movimenti sono organizzazioni molto superficiali come pensiero, il dibattito è molto scarso, si preferisce il consenso acritico nei confronti del leader”.
Insomma, bene ma non benissimo. Dopo le nomine, le correnti sono tornate a martellare a tamburo battente. Il malumore c’è. Ed è palpabile.
A Elly il compito di battere un colpo. Ma prima deve esserci, ça va sans dire.
di Tommaso Zuccai