Utero in affitto: intervista al senatore Domenica Spinelli

venerdì 7 aprile 2023


Domenica Spinelli, ex sindaco di Coriano (carica mantenuta per dieci anni, ndr) e attuale vicesindaco del Comune della provincia di Rimini, è stata eletta senatore con Fratelli d’Italia. Da sempre attenta alle dinamiche sociali, nel 2018 è finita alle cronache per la mancata trascrizione presso il Comune di Coriano di un atto di nascita di due bambini venuti al mondo tramite l’utilizzo dell’utero in affitto praticato all’estero.

La maggior parte dei media ha riportato la notizia come se si trattasse della negazione di un diritto, mentre l’ex primo cittadino si è semplicemente attenuta al rispetto del suo ruolo istituzionale e della legge vigente in Italia, rendendo conto al ministro degli Interni (in quel momento Matteo Salvini, ndr) ed al ministro per la Famiglia (Lorenzo Fontana, ndr) presentando loro il caso in attesa di un pronunciamento. La coppia interessata ha poi ritirato la richiesta. Ne parliamo con la diretta interessata.

Senatore, certe tematiche vengono presentate sempre in base ad un’ideologia ben precisa. Gli stessi media confondono le convinzioni personali con ciò che la legge prescrive, omettendo il dovere di un funzionario dello Stato. Ci racconta come è andata la vicenda?

Guardi, in questo caso specifico è stata la coppia a rendere pubblica la notizia. Io mi sono comportata come ogni sindaco si sarebbe dovuto comportare: ho applicato la legge, invece di darle un’interpretazione creativa. Su un tema di questo tipo, è del tutto inopportuna qualunque decisione autonoma. Fermo restando che il buco legislativo esiste. Buco che però, nei precedenti anni di governi della sinistra, non è mai stato colmato. La denuncia nei confronti dei sindaci che stanno trascrivendo in questo periodo gli atti di nascita parte da questo. Il nostro ruolo, in qualità di uomini e donne delle istituzioni, è rispettare e far rispettare la legge.

Ci tengo anche a sottolineare, onde evitare fraintendimenti, che il tema centrale è l’utero in affitto. La tipologia di coppia – omosessuale o eterosessuale che sia – non c’entra niente e non cambia la questione principale, che purtroppo nessuno pone ovvero il diritto del bambino: diritto alla salute e diritto alla conoscenza.

Qual è il confine tra il diritto del bambino e l’egoismo degli adulti? La stessa Cassazione ha sottolineato questo aspetto. Il nascituro non solo ha diritto di sapere la sua provenienza genetica, ma anche di avere un racconto reale di come è stato messo al mondo. Oggi, approfittando di una narrazione che sta cambiando, una parte politica sfrutta la narrazione degli eventi senza pudore per portare acqua al proprio mulino. Sminuendo però in questo modo tutto il faticoso lavoro fatto a tutela delle donne e dei minori. Chi oggi accusa un fantomatico ritorno al medioevo dovrebbe auto interrogarsi, proprio perché il buco legislativo è stato lasciato dalla parte politica che oggi lancia accuse.

Mi ricordo quando a 18 anni lavoravo in una cooperativa con ragazzi problematici: molti delle persone adottate mostravano traumi per il fatto di non essere in grado di risalire alle loro origini biologiche.

Purtroppo una certa parte politica casca ogni volta nello stesso errore, su tutti i temi sensibili. La sinistra in generale cerca di bacchettare gli altri per minimi errori, ma poi per motivi ideologici si ritrova sempre dalla parte sbagliata.

La stessa medicina, infatti, dimostra come le questioni genetiche possano essere dirimenti e fare la differenza tra la vita e la morte. A livello tecnico, sarebbe “bastato” migliorare ed ampliare la legge sulle adozioni in modo da consentire agli adulti di essere considerati i genitori, ma al contempo di tutelare i diritti del nascituro.

Quello che spaventa, dall’analisi che ho svolto, è che la maggior parte degli Stati dove è consentita questa pratica (20 su 212 paesi) sono molto poveri: parliamo tanto di donne, ma poi interpretiamo delle norme che vanno ad incentivare la tratta che sfrutta il corpo delle stesse. Ma se si autorizza un certo tipo di dinamica, si aprono le porte a qualsiasi cosa. Tutela dei minori, ma anche tutela della dignità umana e nello specifico delle donne. Va evitata la mercificazione dei corpi, ma va anche scongiurato il rischio di eugenetica che sta dietro al percorso dell’utero in affitto.

È quantomeno curioso che sia la destra, dipinta come omofoba e maschilista, a preoccuparsi di certe tematiche mentre la sinistra, dipinta come progressista e femminista, spinge verso soluzioni che in nessun modo tutelano le persone, tantomeno le donne. Senza contare che è stato il centrodestra ad esprimere il primo presidente del Consiglio donna.

Ci sono alcune persone con ruoli politici che si accontentano di manifestare in piazza perché non hanno un pensiero reale: questo serve solo ad esibire dei valori che in realtà non capiscono fino in fondo.

Le donne di destra non hanno bisogno di quote rosa per farsi strada: si preparano e si formano tramite la gavetta e se raggiungono dei risultati è solo per merito.

Mi sento di dire che la mia stessa storia politica dimostra esattamente questo, avendo mandato a casa un’amministrazione che governava da 70 anni. Mi sono sempre battuta per creare servizi a favore di famiglie e ragazzi per garantire il diritto allo studio senza convinzioni di parte. La preparazione ed il merito devono essere al primo posto. La narrazione di parte offusca la mente purtroppo. E sono sempre stata a fianco delle donne, ma soprattutto mi sono sempre battuta per la difesa del pensiero libero.

La sinistra vede le donne come i Panda: le toglie da una situazione per metterle in un’altra. Come se non fossero in grado di autodeterminarsi. Purtroppo è questo il concetto alla base delle quote rosa: non c’è una valutazione di merito. E lo stesso problema si ripropone per l’utero in affitto. Nessuna donna di sinistra ha difeso la libertà delle donne o il rispetto delle leggi. E quelle femministe da sempre contro l’utero in affitto vengono bollate come omofobe o transfobiche. Il Pd si schiera con chi ruba in metropolitana, con i vandali che imbrattano i monumenti. La sinistra accusa la destra di non aver fatto pace con la storia. Ma non si rendono conto che sono totalmente al di fuori dalla realtà. Le parole hanno un peso specifico e vanno utilizzate in maniera appropriata. Ancora di più per chi svolge un ruolo istituzionale.

Un esempio attuale è quello del murales con l’immagine di un uomo che allatta, apparso pochi giorni fa a Rimini. Pur riconoscendo il valore della libertà di espressione artistica come fondamentale, vorrei sottolineare che è stato utilizzando uno spazio pubblico – che è di tutti – per dare un messaggio univoco: mi sembra un atto di imposizione verso tutti i cittadini. Lo stesso sindaco di Rimini, che conosco da diverso tempo, ha difeso quel dipinto definendolo come un segno di affetto: non si difende l’arte, ma un messaggio preciso. A me pare che si voglia distruggere l’idea di famiglia. E come se andassimo sempre a ribasso, come per l’immigrazione o la questione del velo. E non va bene per il rispetto dell’essere umano e del significato delle parole stesse che vengono mistificate.

Chi compra un figlio tramite l’utero in affitto è qualcuno che ha disponibilità economiche e mercifica la vita umana. Tutto questo non ha nulla a che vedere con le preferenze sessuali delle persone.

Sono sempre stata molto rispettosa, attenta e dialogativa con tutti i mondi, nel rispetto delle divergenze di opinione. Valuto le persone per i loro meriti, non in base ai loro gusti. Ma anche la narrazione che tutte le persone omosessuali siano di sinistra è totalmente falsata. Vorrei provocatoriamente chiedere: come mai gli omosessuali di destra non sentono l’esigenza di spettacolarizzare questo aspetto intimo della propria vita, che nulla ha a che veder con le proprie capacità o meriti, ed evitano a tutti i costi di farsi etichettare? Forse ci sono interessi che a me sfuggono.

Ognuno deve veder tutelata la propria libertà personale, ma una persona delle istituzioni deve innanzitutto rispettare e far rispettare le leggi: nessuno può sentirsi superiore. Per questo sono assolutamente contraria a quei sindaci che oggi manifestano il loro dissenso procedendo con trascrizioni attualmente non legali.

Gli italiani hanno dimostrato di aver introiettato quel principio di realtà che alla sinistra continua a sfuggire. E i risultati elettorali dimostrano chiaramente questa tendenza. Il Partito democratico sta cercando di invertire la rotta, come dimostra anche la nomina a segretario di Elly Schlein. Come vede questa mossa?

I nostri giovani hanno bisogno di ritrovare la fiducia nelle istituzioni. La narrazione che facciamo deve essere sincera e responsabile. Elly Schlein, che a livello personale ha tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni e preferenze, deve stare attenta a non farsi strumentalizzare. Perché la politica, intesa come visione e risoluzione dei problemi, è una materia tanto delicata quanto importante. Senza entrare nel merito delle dinamiche di partito, che avrebbero dovuto vedere vincere Bonaccini, mi riservo di valutare il lavoro della Schlein nei prossimi anni, in base alle azioni concrete che metterà in atto. Sul campo dovrà dimostrare di saper dare risposte concrete alla gente, senza sfruttare le tematiche più in voga che però non tengono conto – lo ribadisco – delle dinamiche reali e dei problemi prioritari dei cittadini. Al momento ancora non ho visto fatti concreti che possano essere valutati.

Il centrodestra ha vinto perché ha convinto gli elettori sul campo, confrontandosi direttamente con le persone sui problemi reali. Per questo il nostro orizzonte è l’intera legislatura. La sinistra ha governato anche senza vincere le elezioni, per questo i cittadini si sono stancati. Evidentemente gli sfugge ancora il concetto che “la libertà di ognuno finisce dove inizia quella degli altri”.


di Claudia Diaconale