Le idi di marzo di Aldo Moro

lunedì 20 marzo 2023


Post hoc ergo propter hoc?

Quando una tragedia avviene sembra a tutti di vedere, ovviamente con il senno di poi, i presagi che potevano averla annunciata. Il 16 marzo scorso sui quotidiani del gruppo QN La Nazione, Il Giorno, il Resto del Carlino è stato pubblicato un articolo di Aldo Moro mai fatto uscire prima. E leggendo quel testo il fenomeno forse illusorio sembra ripetersi. Quasi che Aldo Moro avesse dovuto guardarsi, come duemila anni prima circa Giulio Cesare, dalle idi di marzo del 1978 dopo Cristo. Nonché dagli alleati e persino dagli amici più fidati. E dal direttore del Giorno, all’epoca quotidiano Eni, Gaetano Afeltra che preferì censurare quell’articolo vagamente dal sapore antiamericano che sarebbe dovuto uscire praticamente il giorno dopo la strage di via Fani e il clamoroso rapimento. Forse gli “amerikani”, tra cui un relativamente giovane Henry Kissinger all’epoca non così pacifista e depurato dall’ideologia di riferimento (a dirla tutta, lo davano come organizzatore del golpe in Cile contro Salvador Allende tre anni prima, ndr), furono ben contenti che qualche utile idiota, le Br di Mario Moretti, inaspettatamente avesse svolto per conto loro il lavoro sporco di togliere di mezzo un politico che, in piena Guerra fredda, si illudeva di portare al governo ufficialmente i comunisti in Italia?

Il sospetto c’era sempre stato visto che nemmeno un anno e mezzo prima di quelle idi di marzo del 1978 Moro in visita di stato negli Stati Uniti sembra fosse stato pesantemente minacciato proprio da Kissinger. Ma la cosa era stata relegata giustamente a dibattito dietrologico. Adesso però sapere che nonostante un rapimento e una strage appena avvenuti il direttore di quello che all’epoca era un quotidiano di grande importanza geopolitica in Italia – l’Eni era il nostro Ministero degli Esteri e pesava anche il precedente della morte un bel po’ misteriosa del suo ex presidente Enrico Mattei – avesse come prima preoccupazione quella di non pubblicare un testo potenzialmente sgradito Oltreoceano, fa pensare. Di certo, le fatali idi di marzo a Moro non le aveva preannunciate nessun aruspice, almeno apparentemente, mentre Giulio Cesare notoriamente doveva essere sull’avviso. Certo però che in quell’inizio dell’anno domini 1978 non tirava comunque una bella aria in Italia, a proposito di terrorismo politico e dintorni. E anche in Germania era stato da poco rapito e ucciso dalla Raf il presidente della Confindustria tedesca Hanns-Martin Schleyer.


di Dimitri Buffa