Migranti, Musumeci e Mantovano: “Basta con le speculazioni politiche”

sabato 4 marzo 2023


Il governo passa al contrattacco sulla tragedia dei migranti. Nello Musumeci e Alfredo Mantovano respingono le “speculazioni politiche”. Nel naufragio di Steccato di Cutro, in Calabria, in cui hanno perso la vita 69 persone (ma sono numerosi i dispersi), “tutti vorremmo sapere com’è andata. Ma aspetteremo la verità”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare. A suo avviso, le parole dette da Matteo Piantedosi “non rappresentano il suo pensiero. Da un bravissimo prefetto non possiamo pretendere che sia anche bravo comunicatore”, spiega Musumeci. “Malgrado la morte imponga il silenzio e la preghiera c’è ancora chi continua con infamanti accuse. Allora lancio un appello, smettiamola col tiro al piccione. Sono finiti i congressi dei partiti”. Per quanto riguarda i soccorsi, è “probabile che nella filiera ci sia stata qualche falla, ma mi rifiuto di pensare che qualcuno abbia detto di non intervenire. Pensarlo è criminale”. Giorgia Meloni “ha ripetuto ovunque che chi sta annegando ha il diritto di essere soccorso. E le norme sulle Ong non pregiudicano questo principio”. Purtroppo “appena finirà il maltempo la situazione nel Mediterraneo sarà ancora peggiore degli anni passati. Sperimentata la rotta turca, partiranno a migliaia”. Non si può arrestare “un fenomeno epocale a mani nude di fronte a una Ue che finora si voltava dall’altra parte”. Se nel Consiglio europeo del 23-24 marzo tra i temi all’ordine del giorno c’è quello di una politica comune per il Mediterraneo, secondo Musumeci è merito di Giorgia Meloni: “Ha neutralizzato lo spauracchio di un’Italia che sarebbe stata isolata. Lei è stata ben accolta. E ha avuto l’appoggio di tutti alla sua strategia”, cioè “bloccare le partenze per far arrivare chi ha diritto in sicurezza con il Piano Mattei, che significa cooperazione con un approccio diverso: un reciproco sviluppo. Ora si passi all’azione”. Tra le questioni affrontate da Musumeci c’è anche la siccità: “Non è più un’emergenza, ma qualcosa con cui convivere. Serve un’inversione di tendenza: sobrietà e meno sprechi”.

Anche Alfredo Mantovano non ci sta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio rimanda ai mittenti le accuse al governo: “Follia dire che non abbiamo fatto il dovuto”. Nel naufragio in Calabria “la Guardia Costiera non è intervenuta perché non è stato lanciato un segnale di allarme e invece leggo su alcuni giornali che non abbiamo voluto salvare quelle vite: questa è una follia, ma siamo impazziti?”. Lo dice Mantovano in un colloquio con Il Fatto Quotidiano. “Tutti i componenti del governo vogliono salvare le vite in mare”, sottolinea. “Il punto qui è se è stato lanciato o meno un segnale di allarme, per quello che mi consta, no – continua il sottosegretario – avete visto il primo allarme di Frontex delle 22.26? Dice che c’è una imbarcazione con una persona visibile e calore in stiva che lascia intendere la possibilità di altre persone a bordo. Ma è chiaro che questo non è un allarme. Si poteva trattare anche di un’altra barca da diporto. Altrimenti dovremmo intervenire per qualsiasi imbarcazione”. Che non ci fosse allarme “lo dimostra anche il fatto che l’aereo di Frontex non ha continuato a seguire quella barca, dopo averla segnalata”. La Guardia di Finanza è intervenuta alle 3.15, circa 45 minuti prima del naufragio ma non è riuscita a raggiungere il caicco per il mare troppo alto. Come mai la Guardia Costiera non ha fatto un’operazione di soccorso in precedenza? “Perché le condizioni del mare erano peggiorate, poco prima del naufragio” risponde il sottosegretario. Quando gli viene ricordata la differente versione del comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, Vittorio Aloi, Mantovano commenta: “Il capitano se ha elementi li andasse a dire ai magistrati, credo che gli inquirenti abbiano raccolto le carte e stiano sentendo alcune persone”. Rispetto al silenzio di Salvini sulla vicenda, “chiunque interverrà in Parlamento lo farà in nome di tutto il governo e tenendo conto di tutto il quadro – dice il sottosegretario – ogni ministro darà il suo contributo. Quindi anche sulla Guardia Costiera e Frontex”. Sulle parole di Piantedosi, “il punto non è se avrei detto o meno quelle frasi, il punto non sono i toni – conclude – il punto è se è stato dato l’allarme. E non è così”.


di Manlio Fusani