Il ritorno della Commissione Antimafia

giovedì 2 marzo 2023


Torna la Commissione Antimafia. Per la dodicesima volta. L’Aula del Senato approva per alzata di mano il disegno di legge che la istituisce e che era già stato licenziato dalla Camera. Non appena tutti i gruppi avranno indicato il nome dei propri rappresentanti, 25 senatori e 25 deputati potranno riprendere a indagare sul fenomeno mafioso così come avviene ininterrottamente dal 1983 a oggi. Limitandoci al periodo repubblicano, già nel 1948, all’indomani della strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947), si era parlato della necessità di dar vita a un organismo parlamentare per approfondire un fenomeno delinquenziale che allora si considerava circoscritto alla sola Sicilia. Ma è dal 1962 che nasce la prima Commissione d’inchiesta con poteri simili a quelli attuali.

La sua attività non si concluse con la fine della legislatura, ma andò avanti come una sorta d’inchiesta permanente che durò di fatto fino al luglio 1976. Ci sono state delle interruzioni, come avvenne nella VII legislatura, ma poi si andò avanti ininterrottamente, con una Commissione d’inchiesta Antimafia dopo l’altra. Passando dalla presidenza Dc di Nicola Lapenta a quella dell’esponente del Pci Abdon Alinovi. Poi fu la volta di Gerardo Chiaromonte, sempre Pci e di Luciano Violante (Pds). La prima donna a presiederla fu la forzista Tiziana Parenti, che poi passò la mano a Ottaviano Del Turco e quest’ultimo a Giuseppe Lumia. Nel 2001 alla guida della Bicamerale tornò Forza Italia con Roberto Centaro. Mentre nella XV legislatura toccò a Rifondazione Comunista, con Francesco Forgione. In quella successiva, il presidente fu Beppe Pisanu e nella XVII Rosy Bindi. L’ultima Antimafia fu guidata dal grillino Nicola Morra. Ma su chi sarà il prescelto ora le voci si rincorrono. Al momento sembrerebbe tramontata la candidatura di Carolina Varchi che, per presiedere la bicamerale, dovrebbe dimettersi da vicesindaco di Palermo, ipotesi questa che a Fratelli d’Italia piacerebbe poco.

E così al suo posto, visto che la maggioranza avrebbe deciso che la presidenza spetti al partito di Giorgia Meloni, potrebbe arrivare il senatore Raoul Russo. Commenti positivi per l’ok all’Antimafia arrivano da tutti i partiti: da FI, che con la senatrice Daniela Ternullo, si dice pronta “a lavorare nel segno della continuità di un lavoro trentennale iniziato dal Presidente Berlusconi contro ogni tipo di mafia”, al M5s che, con Roberto Scarpinato, fa notare come non si possano “delegare compiti importanti a un organismo bicamerale mentre si approva il nuovo Codice degli appalti che apre grandi spazi all’infiltrazione mafiosa”.

“Deve essere uno strumento per capire come cambiano le mafie”, dice Franco Mirabelli del Pd. Mentre Gianluca Cantalamessa della Lega parla di un’istituzione “necessaria e urgente”. “È indispensabile”, commenta Antonio Iannone di Fdi, mentre Peppe De Cristofaro (Avs) osserva come sarà “fondamentale anche indagare sui fenomeni corruttivi collegati alla mafia”. “C’è un lavorio serio e urgente da fare”, incalza Libera. Nessuna decisione definitiva anche sulle presidenze delle altre commissioni bicamerali. Dalle voci che circolano in Transatlantico si darebbe per certo il nome di Stefano Patuanelli per la Vigilanza Rai, mentre a quella contro il femminicidio punterebbe Forza Italia che in una video-call di maggioranza avrebbe chiesto di presiedere anche altre commissioni. Al momento, lo schema per la ripartizione delle Bicamerali sarebbe 7 a FdI, 4 alla Lega, 3 a FI, una a Noi moderati di Maurizio Lupi e una all’Udc.


di Redazione