Pd: personaggi in cerca d’autore

venerdì 24 febbraio 2023


Le primarie del Partito Democratico sono un formidabile spaccato dal quale si può scorgere con chiarezza la crisi politica della sinistra.

In primo luogo perché esse – delegando la scelta del leader al “popolo delle tessere” – implicitamente deresponsabilizzano la politica rendendola incapace di autogestirsi, disimpegnandola da qualsiasi discorso di orizzonte programmatico.

In secondo luogo, appare ormai chiaro che le primarie sono una sorta di talent show politico nel quale non si sceglie la prospettiva discettando di visione della società, ma si privilegia invece il concorrente che ha quello che potremmo definire “X Factor”.

Quindi non una visione, ma una faccia in grado di bucare lo schermo regalando consensi (che è poi la logica del “partito di plastica” che essi stessi appiccicarono a Forza Italia).

E veniamo alla scelta: oggi i due contendenti rimasti sono Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Il primo è un leader locale fermo ideologicamente al Pds (per chi non lo ricordasse era il Pd della Sinistra di Massimo D’Alema, Valter Veltroni, Pier Luigi Bersani ecc.), mentre la seconda è una “frikkettona” di buona famiglia che, tra un aperitivo a Montenapoleone e un cineforum a Capalbio, pensa di espiare il suo ingiustificato senso di colpa derivante dall’estrazione alto borghese facendo la paladina del proletariato.

Ergo, se dovesse prevalere Stefano Bonaccini, il Pd abbandonerà il sogno di entrare compiutamente nella socialdemocrazia europea ricominciando a traccheggiare tra vecchi arnesi retorici e consumate chincaglierie ideologiche riprendendo per giunta il rapporto tossico con i Cinquestelle. Se dovesse invece uscire vincitrice Elly Schlein, il destino sarà quello di aver consegnato un Partito con una tradizione antica (forse a tratti discutibile) nelle mani delle “Sardine” ovvero di quel movimento che tante speranze regalò alla sinistra onde poi scoprire che sotto il marketing finto giovanilista c’era il nulla.

Comunque vada, che si ritorni all’antico di Bonaccini o che si abbracci il nuovismo di maniera di Schlein, il futuro della sinistra resta in bilico come un eterno personaggio in cerca d’autore.


di Vito Massimano