Pd (a)social: le primarie non tirano

venerdì 24 febbraio 2023


Il Partito Democratico annaspa sui social. Dopo la figuraccia rimediata alle Politiche, il Pd “fa fatica a raggiungere e coinvolgere gli utenti nel dibattito”. Questo è quanto emerso dall’analisi di DeRev, società di strategia e comunicazione digitale, condotta in occasione delle primarie dem. Il quadro emerso sui social media è che il partito, negli anni, registra una delle performance meno efficaci.

“Negli ultimi 4 anni – è spiegato – quasi tutti i maggiori partiti politici hanno vissuto momenti di crescita importanti. Tanto le fanbase quanto l’engagement hanno rispecchiato i trend di predilezione politica degli elettori. Al contrario, il Pd sui social è rimasto sostanzialmente stabile, accennando una crescita lenta. Oggi dialoga online con appena 968mila persone, contro l’1,1 milioni di Fratelli d’Italia, i 2,68 milioni del Movimento Cinque Stelle e l’1,7 milioni della Lega”.

Non va meglio con l’engagement medio, “dove il Pd si ferma al 2,4 per cento, mentre la Lega tiene al 9,4 per cento e FdI ha superato tutti con il 10,8 per cento. Anche il M5S, il cui engagement medio è al momento al 2,1 per cento, sembra attraversare un periodo di debolezza, ma è un dato congiunturale perché in passato ha avuto oscillazioni importanti e di rilievo. Per il Pd si tratta, invece, piuttosto della norma. Segno che la “crisi” nel dialogo con i cittadini è più strutturale”.

LA QUESTIONE DELLE PRIMARIE

A partire dal mese di dicembre, “quando le candidature alla segreteria hanno cominciato a profilarsi con chiarezza, il Pd sui social ha peggiorato la propria presenza. Ha perso follower su Instagram e visto crollare l’engagement medio allo 0,45 per cento. Il profilo TikTok nato il primo settembre 2022 in vista del voto, è stato completamente abbandonato il 23 settembre ed è rimasto silente da allora. In generale, sulle varie piattaforme, il partito ha pubblicato appena un post al giorno”. 

Roberto Esposito, ceo di DeRev, nota: “Per questo appuntamento così importante nella vita del partito, ci si sarebbe aspettati uno sforzo comunicativo orientato al coinvolgimento e alla partecipazione. Al contrario, la linea del Pd sembra essere di totale chiusura e di ripiegamento verso l’interno: è difficile allargare il consenso con questo approccio, è come se l’informazione e il dibattito fossero riservati ai tesserati e avvenissero in luoghi appartati. C’è poca esposizione delle idee in pubblico”.

BALLOTTAGGIO BONACCINI-SCHLEIN

Nota a margine, “Elly Schlein sembra completamente in linea con la comunicazione sottotraccia del partito, mentre Stefano Bonaccini è forse uno dei pochi esponenti del Pd sui social ad avere una familiarità di indubbia efficacia con le piattaforme. Risulta particolarmente attivo e mostra una strategia nel proprio modo di dialogare con gli utenti”.

Infine, Esposito sottolinea: “Sembra che Bonaccini possa meglio servire al fronte comunicativo del Pd sui social. Ma il dato da cui partire è sconfortante. La campagna per le primarie – fa notare – non ha portato che uno sparuto gruppo di nuovi follower al partito (5mila e quasi tutti su Twitter), appena 23mila per Bonaccini e 56mila per Schlein che è sicuramente la “novità” dello scenario. Sono numeri insignificanti e ci dicono che il partito è ancora molto lontano non soltanto dal riuscire ad agganciare nuovi simpatizzanti, ma anche dal mantenere un filo diretto e continuo con chi già si riconosce nel suo perimetro politico”.


di Mimmo Fornari