Case green: via libera in Commissione al Parlamento Ue, “schiaffo all’Italia”

giovedì 9 febbraio 2023


Uno “schiaffo all’Italia”. Questa la reazione della Lega al via libera dalla commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo – 49 voti favorevoli, 18 contrari e sei astenuti – in merito alla proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici. L’obiettivo, secondo le nuove norme, è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell’Unione europea entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. In sostanza, in base al testo approvato in Commissione, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima, di tipo E, entro il 2030 e D entro il 2033. La proposta, approvata senza modifiche rispetto al compromesso definito nei giorni scorsi, adesso dovrebbe giungere al voto in plenaria nel corso della sessione di marzo.

Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, sostiene: “Il voto al Parlamento europeo, in commissione Industria, sulla proposta di direttiva che obbliga a fare interventi di efficientamento energetico sugli immobili è andato come era previsto, cioè con il sì al testo. Il Governo Meloni, però, può ancora intervenire per scongiurare gli effetti disastrosi che l’approvazione definitiva di questo provvedimento avrebbe per l’Italia. Ci aspettiamo che lo faccia, in coerenza con le dichiarazioni rilasciate nell’ultimo mese dai maggiori esponenti dei tre partiti della coalizione, oltre che da autorevoli rappresentanti di Italia Viva-Azione”.

Entrando nel dettaglio, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a Radio Anch’io – su Rai Radio 1– fa il quadro della situazione: “L’85 per cento dei cittadini è proprietario di una casa. Noi pensiamo che la differenziazione tra Paese e Paese debba portare a una valutazione più graduale. La direttiva non andava bene all’origine, c’è stata una lunga trattativa che ha portato a una serie di raccomandazioni. Noi per primi – va avanti – ci rendiamo conto della necessità di fare in modo che gli italiani abbiano una classe energetica migliore nelle loro abitazioni, con costi minori del riscaldamento. In ogni caso, si prevedono step di controllo e non un bazooka per sanzioni”.

Decisamente più dura la presa di posizione del Carroccio. Ad alzare i toni sono gli europarlamentari Paolo Borchia, Marco Campomenosi, Isabella Tovaglieri, Rosanna Conte, Alessandro Panza, che in una nota congiunta raccontano: “La maggioranza del Parlamento europeo guidata dalla sinistra confeziona uno schiaffo alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie italiane. La Lega si è opposta fin dal primo giorno a un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo, portato avanti senza tenere conto delle peculiarità del nostro Paese e senza coinvolgere in alcun modo gli esponenti delle categorie. Abbiamo votato contro in commissione Industria e continueremo a dare battaglia – annunciano – ripresentando i nostri emendamenti di buon senso nella sessione plenaria, per fermare un’europatrimoniale nascosta, che rappresenterebbe un aggravio di spese e di burocrazia del tutto non necessario a settori economici già in difficoltà e a tutti in cittadini”.

“L’efficientamento energetico è un tema che sta a cuore di tutti noi – insistono – ma va affrontato con realismo e concretezza. Non è ammissibile che sull’altare dell’ideologia green si sacrifichino categorie produttive fondamentali per la nostra economia. L’Italia faccia squadra per fermare questa eurofollia”.

Nel centrodestra, comunque, l’idea è che questa direttiva per le case green sia partita con il piede sbagliato. A confermare ciò, ci pensa Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e componente dell’VIII commissione Ambiente: “Il testo conserva tutti gli aspetti problematici e, a questo punto, inutilmente costrittivi e dunque nocivi soprattutto per il nostro Paese, stante la sua specificità ovvero la proprietà diffusa. Questa via ideologica e ambientalista alla transizione ecologica ed energetica porterà solo danni, impoverimento, desertificazione industriale. La via radicale e ideologica al cambiamento, quella che le sinistre nostrane predicano in Italia e in Europa, è sempre quella sbagliata e oggi, come Paese, ne paghiamo le conseguenze da tutti i punti di vista”. E puntualizza: “Nell’iter di modifica bisogna coinvolgere i parlamentari, le categorie economiche e gli ordini professionali del settore casa. C’è tempo e c’è modo, ma bisogna agire: questo testo non va bene. Contestualmente – dichiara Mazzetti – non possiamo esimerci dal predisporre un programma strutturale e nel medio-lungo periodo di miglioramento del patrimonio immobiliare, sia dal punto di vista energetico sia sismico, che torna sempre di drammatica attualità. Va fatto, ma non con un’imposizione dall’alto e nel rispetto della nostra specificità: servono un piano e fondi strutturali da parte dell’Europa”.


di Mimmo Fornari