venerdì 3 febbraio 2023
Il Parlamento europeo ha cambiato le classi energetiche proposte dalla Commissione europea da raggiungere per gli edifici residenziali e ha implementato i fondi per sostenere le ristrutturazioni energentiche. La Lega, a sua volta, ha fatto proprie le istanze dell’Anci e di Confedilizia, decisamente critiche con Strasburgo e Bruxelles. Allo stesso tempo, ha promesso battaglia contro l’iniziativa europea.
Proprio Confedilizia, per voce del suo presidente, Giorgio Spaziani Testa, ha precisato: “Il testo che sarà posto in votazione il prossimo 9 febbraio nella commissione Industria del Parlamento europeo, modificato o meno per effetto delle riunioni notturne di questi giorni provocherebbe in Italia effetti devastanti (le ragioni sono ormai a tutti note e non le ripetiamo). C’è una settimana per difendere il risparmio di milioni di famiglie italiane, la bellezza del nostro patrimonio edilizio e la libertà dei Paesi europei di individuare le proprie esigenze e stabilire le proprie priorità (l’Italia, ad esempio, ha maggiore urgenza di favorire gli interventi di miglioramento sismico, che l’approvazione di questa direttiva impedirebbe di sostenere adeguatamente). Alle parole seguano i fatti”.
L’accordo sulle direttive per le case green, per la cronaca, vedrebbe classi energetiche più alte da raggiungere entro il 2030 e il 2033 per gli edifici residenziali – la E e la D al posto della F e della E – proposte dalla Commissione europea, ma pure più fondi per sostenere le ristrutturazioni energetiche.
Isabella Tovaglieri, eurodeputata della Lega, all’Ansa ha spiegato che “le tempistiche” previste nell’accordo di compromesso sulle case green renderebbero la riqualificazione energetici degli immobili “irrealizzabile”.
“È evidente – ha evidenziato – che il Governo italiano debba aver chiaro che l’obiettivo è comunque ormai tracciato e irreversibile, e che parallelamente sia necessario prevedere un piano di ristrutturazioni e incentivazione che tenda a quell’obiettivo: non si può aspettare o rimandare. Ma se non ci sono le risorse necessarie, rischiamo di creare un boomerang soprattutto nei confronti del nostro Paese, che ha un azionariato privato di proprietari di case molto importante”.
di Brigida Baracchi