Meloni: “Non vogliamo territori di serie A e B”

lunedì 30 gennaio 2023


Unire l’Italia, nel senso più ampio del termine. E allo stesso tempo non rassegnarsi all’idea che ci siano territori di serie A e B. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, lo ribadisce nel corso della presentazione del progetto “Polis-Casa dei servizi digitali di Poste italiane”. Un progetto, specifica il premier, che manda un messaggio. Ovvero “rafforzare i legami, ricucire il tessuto fra città più grandi e piccole, garantire a tutti i cittadini lo stesso identico diritto ad accedere ai servizi in maniera semplice e veloce”. Il tutto all’interno di un investimento “molto importante, oltre un miliardo di euro di cui 800 milioni a valere del piano complementare del Pnrr e 320 milioni a carico di Poste italiane. È un modello di collaborazione a 360 gradi fra un’azienda strategica del sistema nazionale come Poste italiane e l’Amministrazione centrale e locale dello Stato. Un modello di innovazione e inclusione sociale per l’Europa”.

Meloni, inoltre, specifica: “Di fronte alle sfide che abbiamo davanti, tutti i livelli istituzionali devono darsi aiuto a vicenda. Nella congiuntura in cui siamo chiamati a operare, non c’è spazio per i personalismi, per le piccole beghe politiche sulla pelle dei cittadini. Si deve lavorare tutti insieme, con lealtà nel rispetto delle differenze. Questa nazione ha bisogno della responsabilità della sua classe dirigente”.

Da qui la considerazione: “Noi possiamo ancora essere un modello, questa nazione può ancora essere un esempio da seguire per gli altri, un modello che gli altri copiano. Abbiamo insegnato tanto, ma possiamo ancora insegnare tanto. Questo è un progetto che insegna”.

Poi una postilla rivolta a tutti i sindaci, a cui viene ribadito l’impegno del Governo “a fare tutto quello che possiamo, per rendere più facile quel compito, dalla semplificazione a digitalizzazione all’abuso d’ufficio: nessun sindaco che voglia dare risposte ai suoi cittadini deve essere rallentato o avere paura di dare quelle risposte”.


di Mimmo Fornari