giovedì 19 gennaio 2023
Il Manifesto dei valori e dei principi è pronto. Anche se si tratta di una bozza quasi definitiva, la strada dell’approvazione è piena di ostacoli. Il Comitato costituente del Partito democratico, che ha lavorato all’elaborazione del documento, si è riunito ieri al Nazareno con il segretario Enrico Letta per quello doveva essere l’ultimo esame di un percorso tortuoso. Ma il testo definitivo che sabato approderà in Assemblea nazionale sembra ancora lontano. Anche se qualche stralcio del documento esaminato comincia a circolare. Dopo settimane di lavori in Comitato, è il segretario dem a mettere sul tavolo un testo. Al Nazareno, però, c’è già chi dice che Enrico Letta e Roberto Speranza, garanti del percorso costituente, avranno ancora margine nei prossimi giorni per arrivare all’esito unitario. C’è ancora tempo, dunque, per limare gli ultimi dettagli, appianare le differenze e limitare i malumori. Alcuni membri presenti alla riunione, parlano di un “lavoro evidentemente ancora in fieri, che continuerà senz’altro fino a sabato”.
La bozza contiene altri quattro documenti che rispecchiano i lavori dei quattro sottocomitati: “Democrazia e partecipazione”, “Italia in Europa e nel mondo”, “Diritti, welfare e coesione” e “Sviluppo sostenibile, lavoro e imprese”. Una possibile riunione sembra già essere in calendario per domani. Il comitato ha commentato e suggerito integrazioni, ma saranno Letta e Speranza, a poche ore dall’appuntamento del fine settimana, ad assumersi la responsabilità delle ultime modifiche. Compito che si aggiungerà a quello di trovare con i candidati in corsa per le primarie una strategia condivisa per affrontare la questione in Assemblea nazionale. È tutto da decidere il metodo di votazione del documento. Fra le ipotesi in campo non sono affatto positive: si medita sul via libera con rinvio o con riserva. Quindi, soluzioni aperte a ulteriori elaborazioni. L’importante, sostengono alcuni membri presenti alla riunione, che l’iter proceda senza strappi. Il percorso del Manifesto, infatti, non è sempre stato lineare, specie nelle prime fasi, quando dal Comitato sono usciti lo scrittore Maurizio De Giovanni e l’ex senatore Luigi Zanda. In molti, poi, continuano a mettere in dubbio la legittimità di un Manifesto dei valori approvato dall’Assemblea prima dell’elezione del nuovo segretario.
Da qui, il coro che chiede l’approvazione definitiva soltanto dopo le primarie del 26 febbraio. Lo scenario di un’Assemblea che assuma il documento come bozza e che lo rimandi alla nuova assemblea post-primarie sembra sempre più concreto. Intanto, però, la bozza comincia a circolare. Il capitolo “Filo Rosso”, che condensa i valori e i principi del Manifesto, si apre così: “Noi crediamo che la forza di un Paese stia nella forza dei suoi legami sociali. Questa è per noi la democrazia: un orizzonte di emancipazione e di libertà. Una promessa di giustizia sociale, inclusione e uguaglianza da realizzare attraverso un impegno collettivo”. Si prosegue poi con difesa della Costituzione e valorizzazione della cultura dell’antifascismo.
di Duilio Vivanti