Pd, tra alleanze e ritorni eccellenti

lunedì 16 gennaio 2023


Il Partito democratico s’incarta sul tema delle alleanze e sui possibili rientri. Mentre i candidati alla segreteria dem sono impegnati sul territorio anche in vista dell’assemblea di sabato e dell’apertura della fase di consultazione dei circoli dal 3 febbraio, c’è un altro “nodo” da sciogliere: i ritorni eccellenti. È lo stesso Stefano Bonaccini, il candidato più “quotato”, a dichiararsi possibilista, in colloquio con La Stampa dal titolo: “Porte aperte a Bersani e D’Alema. Con un Pd forte M5s ci seguirà”. Ma Carlo Calenda va all’attacco accusandolo di puntare a un “fritto misto populista” e questo, sottolinea, “è un problema per tutti i riformisti perché riduce la possibilità di alleanze a zero”. Ma a stretto giro arriva la replica del candidato alla segreteria: “Vienimi ad ascoltare alla prossima iniziativa, così giudicherai ciò che dico, non ciò che titolano”, sottolinea Bonaccini. “Stai dunque smentendo – commenta il leader del Terzo polo che oggi sarà a Roma a presentare le liste a sostegno di Alessio D’Amato – il rientro di D’Alema e Bersani e l’alleanza con M5s? Perché ciò è importante non solo per il Pd, ma per la possibilità di alleanze con noi”.

E in tema di alleanze Bonaccini torna più tardi anche a puntualizzare: “Calenda mi ha sostenuto lealmente in Emilia-Romagna e io non dimentico. Poi quando si discute di questioni nazionali si vedrà dove siamo d’accordo e dove meno”. Del resto, sul tema Bonaccini ha chiarito che punta a tornare alla “vocazione maggioritaria” per il Pd: il che, “non significa autosufficienza ma intese sui programmi senza subalternità”. In ogni caso, ribadisce, come del resto la sua più diretta competitor, dopo il congresso “nessuna scissione” e la disponibilità a collaborare con chiunque si imponga alla guida dei Dem. “Abbiamo bisogno di aprire e allargare – evidenzia –, di persone ne abbiamo già perse troppe in questi anni”. “Tutti uniti anche dopo le primarie”, dice anche Elly Schlein a Milano, dove è andata a sostenere il candidato in Regione Pierfrancesco Majorino. Al di là dei buoni propositi dei candidati, un fronte che sembra un po’ più in agitazione resta, però, quello dei cattolico-democratici all’interno del partito. “Ma guai – avverte una madre nobile del Pd come Rosy Bindi – se ci fosse una deriva identitaria da parte loro”.

Bonaccini è in Campania, Schlein in Lombardia. Continua – dunque – la sfida a distanza tra i due principali contendenti alla segreteria mentre nel partito proseguono i posizionamenti anche in vista dell’assemblea di sabato che approverà il manifesto dei valori chiudendo la fase costituente e avviando quella dei documenti e delle mozioni per il voto nei circoli dal 3 febbraio. E se a Bari Schlein ha dato vita a una sorta di assemblea improvvisata rispondendo per un’ora alle domande dei cittadini, a Caserta Bonaccini ha preso una sedia e si è messo a parlare in piazza visto che in molti erano rimasti fuori dalla sala del complesso del Belvedere di San Leucio.


di Mino Tebaldi