Benzina: sciopero “congelato”

venerdì 13 gennaio 2023


Lo sciopero dei benzinai (inizialmente proclamato per il 25 e 26 gennaio) è “congelato”. Questo quanto indicato dopo l’incontro tra i gestori dei distributori e il Governo che si è tenuto a Palazzo Chigi. Un nuovo appuntamento è in programma per il 17 gennaio: i rappresentanti degli esercenti, secondo quanto appreso, si riserveranno di esprimere un giudizio più completo sul decreto-legge in attesa della sua pubblicazione.

In una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa hanno spiegato: “Apprezzato il chiarimento avuto con Governo, che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui”. Inoltre, è stato sottolineato che verrà avviato “un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato”.

Giuseppe Sperduto, presidente della Faib Confesercenti, ha notato: “È stato un incontro proficuo, c’è stato un chiarimento. Ringraziamo il Governo, che ha ascoltato le esigenze della categoria. Possiamo dire che siamo nella condizione di sentirci abbastanza soddisfatti perché è stato stabilito a breve di incontrarci di nuovo per fare partire il tavolo tecnico sul settore che chiediamo da tempo. Il tavolo sarà basato su tutti i temi emergenziali di settore”.

Maurizio Gasparri (Forza Italia), vicepresidente del Senato, a l’Aria che Tira su La7 ha commentato: “Governare è certamente più faticoso che stare all’opposizione. Oggi c’è una situazione economica complicata e difendo le scelte fatte. Per esempio, se il tetto del prezzo della benzina cresce, aumenta di conseguenza anche l’Iva e quindi c’è la possibilità e il bisogno di intervenire sulle accise. Se il prezzo supera una certa media e il problema non si risolve, è necessario intervenire, così come è giusto combattere la speculazione. Intanto – ha proseguito – l’azione del Governo sulla legge di bilancio ha dato un aiuto consistente a chi ha un reddito più basso. Anche l’Europa si deve impegnare in questo senso, il governo attuale ha intanto ottenuto il tetto al prezzo del gas che ha subito favorito la discesa dei prezzi”.

Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha puntualizzato: “Il provvedimento sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti deciso dal Governo è importante e andrebbe esteso anche ad altri settori, compreso quello bancario. Per quanto riguarda, in particolare, il prezzo della benzina e del gasolio, il premier Giorgia Meloni ha dato un’indicazione chiara: nell’arco della legislatura, come ha ribadito il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari in un’intervista, le accise saranno sterilizzate, anche utilizzando il maggior gettito Iva”.

Sileoni, intervenuto alla trasmissione Mattino Cinque, ha ricordato che “l’aumento del costo del denaro, portato al 2,5 per cento dalla Bce, sta producendo una serie di effetti negativi sulla nostra economia: rallentano i prestiti delle banche a famiglie e imprese, ci sono problemi di liquidità, cresce la morosità della clientela che ha problemi con il pagamento delle rate dei finanziamenti, c’è una minore crescita economica”. Secondo lui, “la fiammata dell’inflazione sta creando difficoltà alle famiglie che si stanno indebitando di più, proprio per far fronte all’aumento dei prezzi, e che attingono anche ai loro risparmi in banca. Certo, dobbiamo abituarci a una crescita dei prezzi che durerà ancora per un paio d’anni: secondo il Centro studi di Intesa Sanpaolo, l’inflazione comincerà a calare alla fine di quest’anno e tornerà verso il 2 per cento, la soglia ottimale per la Bce, solo nel 2025”.

Tra gli interventi di giornata, ecco lo spunto di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera: “La modifica del decreto è una buona notizia e rimette in carreggiata una vicenda che rischiava di far finire tutti fuori strada. È ora importante che anche le associazioni sindacali dei benzinai, nell’interlocuzione con il Governo, diano un segnale di distensione, rinunciando ad uno sciopero indetto più per la bufera mediatica che per provvedimenti presi nei loro confronti”.


di Mimmo Fornari