Se questa è l’opposizione

mercoledì 28 dicembre 2022


Italia Viva, la formazione politica capitanata da Matteo Renzi, è passata dalle grandi riforme costituzionali, bocciate con il referendum del 4 dicembre 2016, alla difesa incondizionata della App giovani. Il famoso contributo di 500 euro – elargito ai diciottenni e da spendere in libri, cinema, musica, concerti, eventi culturali – è la linea Maginot dell’ex presidente del Consiglio. Il sapere dei giovani, per il senatore di Rignano sull’Arno, non può prescindere dal bonus. Dopo l’introduzione del contributo, introdotto “per ragioni ideali”, la cultura dei nostri ragazzi è cresciuta in maniera esponenziale. Il numero di libri letti dai neomaggiorenni ha fatto un grande balzo in avanti.

Oggi l’ex premier, che qualcosa di buono aveva fatto durante il Governo da lui presieduto, si è accodato a un’opposizione che contesta all’Esecutivo, da poco insediato, la prudenza nella gestione delle poche risorse lasciate dai precedenti governi che hanno guidato il Paese a forza di bonus, Superbonus, crediti d’imposte e ristori di ogni tipo e genere, aumentando il debito pubblico.

Poi ci sono i Cinque Stelle (non più grillini), con il nuovo capo politico – l’azzeccagarbugli – diventato il nuovo Masaniello (che non lotta, come il rivoluzionario napoletano, contro le imposte) a difesa del cosiddetto reddito di cittadinanza, che ha bruciato e continua a incenerire, ahinoi, denaro pubblico per mantenere persone che hanno scelto il sussidio alla dignità del lavoro. Secondo i pentastellati, con l’introduzione del reddito ai nullafacenti, era stata ex legeabolita la povertà”, la quale invece è incredibilmente cresciuta più che in passato.

Il segretario politico uscente del Partito Democratico, Enrico Letta, anch’egli già presidente del Consiglio dei ministri, ha contestato al Governo una Finanziaria “inadeguata”, perché non ha ulteriormente scardinato le precarie finanze pubbliche.

Azione di Carlo Calenda, sinceramente, non riesco a comprendere che cosa avrebbe voluto dalla legge di Stabilità. Ha dichiarato, a parole, di voler portare avanti un’opposizione costruttiva. Intenzioni, queste, che avevano trovato ascolto da parte di Giorgia Meloni e che, nei fatti, si sono rivelate invece un pungolo solo strumentale.

Quanti anni ci vorranno per porre rimedio a una legislatura devastante per le finanze pubbliche? Dipende dalla forza politica di un Governo che deve guardare al futuro della Nazione e non alle marchette elettorali! Con una tale opposizione, se il Governo sarà unito nel perseguire gli obiettivi di risanamento del Paese – atto propedeutico al suo rilancio economico – l’attuale maggioranza governerà a lungo!


di Antonio Giuseppe Di Natale