martedì 20 dicembre 2022
Stefano Bonaccini affronta il Qatargate rilanciando la berlingueriana “questione morale”. Il governatore dell’Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del Partito democratico firma un intervento sul suo profilo Facebook. “Quando parliamo di questione morale – sostiene – quelli della mia e delle generazioni precedenti pensano immediatamente a Enrico Berlinguer e a Benigno Zaccagnini. Sono stati tra i simboli e gli interpreti più autentici della politica vissuta come impegno disinteressato e rigore morale. Anche per questo sono visti come padri nobili sia del Pd che della Repubblica. Questa eredità va ricordata e conquistata ogni giorno, a proposito di identità e valori fondanti. Proprio per questo, oltreché ripulire il nostro partito da quanti non hanno a cuore per prima cosa il bene comune e l’onorabilità dei nostri iscritti ed elettori, è tornato il momento di trasmettere alle nuove generazioni il pensiero e le azioni di Berlinguer, Zaccagnini e di tutte le donne e gli uomini migliori che la nostra storia ha dato all’Italia”. Bonaccini lo scrive “dalla terra natale di Nilde Iotti e a pochi giorni dal 23 dicembre, data in cui ricordiamo l’istituzione del Servizio sanitario nazionale per opera di Tina Anselmi. Altre due madri della Repubblica e del Pd. La nostra storia cammina sulle spalle di questi giganti. È il momento che il Pd dia il via ad una scuola di politica e di amministrazione pubblica che possa formare i più giovani sia sui compiti degli amministratori della cosa pubblica, sia sull’etica di come ci si mette davvero al servizio delle cittadine e dei cittadini. Abbiamo un patrimonio straordinario da cui attingere per rafforzare le ragioni e lo spirito della buona politica”.
Intanto, ieri è scoppiata una diatriba interna al partito che prefigura una possibile scissione centrista. A innescarla è stato Pierluigi Castagnetti. “Se il Pd con la riscrittura della Carta dei valori cambia natura, abbandonando la sua natura di “partito in cui si incontrano e si ascoltano culture politiche diverse”, allora gli ex Ppi “ne trarrebbero le conseguenze”. Lo ha detto ultimo segretario del Ppi e presidente dell’Associazione i Popolari”, il soggetto giuridico erede del partito. L’annuncio è stato fatto da Castagnetti aprendo il convegno all’Istituto Sturzo della Associazione sul tema “I cattolici democratici nella politica di oggi: ancora utili all’Italia?”, a cui hanno partecipato molti parlamentari o ex parlamentari del Pd provenienti dal Ppi. Alessia Morani, componente della direzione Pd, è polemica con gli ex Ppi. “Il manifesto dei valori del Pd – scrive su Twitter – è perfetto. Non deve essere riscritto da nessun comitato. Se a qualcuno questo manifesto non piace significa che ha sbagliato partito. Il problema non è il Pd ma chi è incapace di rappresentarlo e dare vita a quei valori”. Paola De Micheli, invece, condivide le preoccupazioni espresse dai Popolari nell’ambito del percorso congressuale. Partecipando all’incontro dell’associazione politica di Pierluigi Castagnetti, la candidata alla segreteria del Pd sostiene che “occorre preservare la continuità valoriale e le ragioni fondative del Partito democratico sintetizzate dall’incontro tra le storiche culture riformiste del nostro Paese, quella cattolico-democratica e della sinistra socialista e comunista. Credo che tutti i candidati alla guida del Partito democratico debbano farsi garanti – prosegue – della continuità dei valori alla base della nostra azione politica, fissati nella Carta del 2007 quando il nostro partito è stato fondato. Sono convinta che quella cornice ideale, che contempla anche il cattolicesimo democratico, non possa essere messa in discussione. Voglio altresì sottolineare che in questo congresso dobbiamo compiere scelte fondamentali su questioni che non hanno minore rilevanza, la declinazione nella realtà concreta di quei valori e un modello organizzativo rinnovato, in grado di rigenerare la partecipazione degli iscritti”.
Frattanto, nella settimana del Qatargate il Pd crolla sotto il 15 per cento. Numeri che allarmano il Nazareno. È il dato registrato da Swg nel consueto sondaggio settimanale per il TgLa7 diretto da Enrico Mentana, che stima i democratici al 14,7 per cento, lo 0,4 per cento in meno rispetto alla settimana scorsa: a un primo esame è il valore più basso mai registrato dal partito nelle rilevazioni demoscopiche nazionali. E si avvicina ai tre punti tondi il distacco dal Movimento 5 stelle, che guadagna lo 0,3 per cento e sale al 17,4 per cento. Nel centrodestra si arresta la crescita di Fratelli d’Italia, che perde due decimi e scende al 30,6 per cento, rimanendo comunque di gran lunga il primo partito nelle intenzioni di voto. Guadagna mezzo punto in un colpo solo invece la Lega (dall’8,5 per cento al 9 per cento) e Forza Italia sale di un gradino, dal 6,0 per cento al 6,1 per cento. Arretra al 7,8 per cento anche il Terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda (-0,2 per cento), mentre perde lo 0,1 per cento l’Alleanza Verdi e Sinistra, stimata al 4 per cento. Oscillazioni positive invece per +Europa (2,8 per cento, +0,1 per cento), Italexit (2,2 per cento, +0,1 per cento) e Unione popolare (1,8 per cento, +0,2 per cento).
di Mino Tebaldi