venerdì 18 novembre 2022
Le donne del Pd vogliono guidare la fase critica in cui versa il partito. A partire da Elly Schlein, pronta a sfidare Stefano Bonaccini, per la leadership del Pd. L’astro nascente dem è convinta che si debba “superare le contraddizioni di questi anni che hanno prodotto fratture e fatto sentire orfani tanti elettori ed elettrici della sinistra”. La deputata del Partito democratico lo sostiene nel corso di un’intervista a Repubblica. “La sinistra – spiega – non è riuscita ad anticipare le grandi trasformazioni che stanno spaventando le società. L’aumento delle diseguaglianze, gli effetti sul lavoro delle innovazioni tecnologiche, l’emergenza climatica che mette a rischio il pianeta”. Rispetto alla possibilità si candidi alla segreteria del partito, “i grandi cambiamenti non si muovono sulle spalle di traiettorie individuali – commenta – ma di mobilitazioni collettive”. La destra “non vede le diseguaglianze, è come se vivesse in un altro Paese. Le idee sull’ambiente sono vecchissime e non parla mai di precarietà del lavoro”.
Si scagliano “vigliaccamente contro l’immigrazione e non vedono l’emigrazione causata dai salari bassi e quanto questa precarietà incida in negativo sulla natalità”. La destra “non ha aumentato i voti, li ha redistribuiti al suo interno. Il problema è che dall’altra parte le divisioni e l’incapacità di mettere in campo una visione comune hanno prodotto una netta sconfitta”. Fra i provvedimenti necessari per Elly Schlein c’è “limitare il ricorso ai contratti a termine e alzare subito i salari, il taglio del cuneo va fatto a favore del lavoro. Introdurre il salario minimo”. Serve inoltre “un nuovo Statuto dei lavoratori”. Sul reddito di cittadinanza, “al governo dico: giù le mani. Senza questo strumento, in pandemia avremmo avuto un milione in più di persone in povertà. È migliorabile”. Per quanto riguarda le Regionali di Lazio e Lombardia “servono candidature in grado di allargare il campo”. Tuttavia, di un accordo con Letizia Moratti in Lombardia “penso sia assurdo anche solo parlarne”.
Intanto, un gruppo di donne ha deciso di “suonare la sveglia” al Pd, attraverso una petizione che ha l’obiettivo di anticipare il congresso del partito. Il documento è firmato da Alessandra Moretti, Alessia Morani, Valeria Fedeli, Titti Di Salvo, Enza Bruno Bossio, Giuditta Pini, Carla Cantone, Alessia Rotta. “In un momento in cui ci dovrebbe essere un’opposizione forte a questo governo: non esiste che la nuova leadership si manifesti a marzo. La nostra petizione – si legge nel testo – ha superato le mille firme e domani in assemblea porteremo ufficialmente la richiesta di anticipare il congresso a gennaio. Auspichiamo una grande partecipazione in vista di domani, siamo a un momento di svolta per i destini del Pd. Il partito deve tornare a fare il Pd senza essere stretto in una tenaglia tra M5s e Terzo polo. Il Pd è la nostra casa, che negli anni abbiamo costruito con cura e passione, gioendo dei successi e rimettendo insieme con pazienza i cocci degli insuccessi. Non ci rassegniamo alla paura di perderla questa casa, e non accettiamo di vederla ridotta in macerie. Con noi sono le mille cittadine e cittadini, iscritte/i, amministratori e amministratrici che hanno firmato in pochissimi giorni la petizione che abbiamo promosso. Persone che vogliono tornare a credere ed entusiasmarsi, che chiedono coraggio e generosità”.
di Mino Tebaldi