Genesi del cretino geniale

domenica 23 ottobre 2022


La parola più usata nel Regno Unito in questi giorni è stata chaos.
In Italia i caosboys sono milioni. Sono quegli intellettuali autoeletti che si considerano superiori a Einstein o Leonardo da Vinci anche se a malapena sanno far di conto. Però tutti sappiamo litigare sullo smartfonino, cosa che facciamo per 24 ore al giorno, da quando portiamo il bambino a scuola a quando facciamo la spesa notturna. Ci sono anche eccelsi politici, dalle Alpi a Lampedusa e dal Manzanarre al Reno, che si considerano di livello pari o superiore a quello di un Norberto Bobbio o di un Churchill, e che si fanno complimenti e like reciproci sui social (in Pulp Fiction Harvey Keitel usava un altro termine) così da autoconsiderarsi davvero alla stregua di David Hume e di George Washington, anche quando sbavano quattro ectoplasmi neuronici per Putin e Travaglio.

Caosboy della prima ora è Silvio Berlusconi. Caosboy dell’ultima ora è Giuseppe Conte. Caosboys sono i giornalisti che pompano a tutto spiano le peggiori idee possibili, spacciandole per Fatti e Verità. Caosboy è Orsini. Davanti a loro fuggono mandrie di mucche pazze e tori infuriati.

In realtà la parola più ricorrente nei social inglesi non è “chaos” ma omnishambles (aggettivo: omnishambolic), utilizzata soprattutto nella confutazione e nel lessico politico per descrivere una situazione disastrosa, gestita da cani e con un’enciclopedia di errori. Vedi Liz Truss. “Shambles” erano gli antichi banchi dei macellai…

Al posto di omnishambles, In Italia utilizzerei il termine bipolare, perché Covid e guerra hanno ulteriormente accelerato il vizio nazionale del bipolarismo tra Bianchi e Neri, rossi e neri, sudisti e nordisti, cretini consapevoli e cretini di genio. Il cretino geniale è la sottospecie più diffusa (alla faccia della serie L’amica geniale), tanto che a volte partorisce qualche figlio di botanica, qualora si trovi in posizioni di prominenza. Gli italiani infine sono abili a combattere, invece che in prima linea e a viso aperto, nelle retrovie e col q.lo proteso. E chi potrà mai, da sparuto artigiano del Bene, correre avanti e indietro e su e giù per il Paese per staccare le nostre facce dai nostri q.li ?

Comunque io non auspico uno stile di comunicazione omnishambolic, preferisco dire che il disastro è soltanto un mezzo disastro, e che il bicchiere è soprattutto mezzo pieno. Anche oggi è mezzo pieno, a inizio della nuova legislatura.


di Paolo Della Sala