venerdì 21 ottobre 2022
Scatoloni chiusi, con scritte in cinese, abbandonati “nella caserma dell’ex VIII Cerimant, su via Prenestina”. Una situazione su cui è stato chiesto di fare chiarezza. Tanto che Simonetta Matone e Fabrizio Santori, entrambi in quota Lega, rispettivamente deputata e capogruppo in Consiglio comunale a Roma, hanno notato: “È assurdo che non si sappia con certezza che cosa ci sia dentro ai pacchi destinati alle Asl, se mascherine o camici, e nel caso delle prime di quali tipo siano e se abbiano regolare certificazione Ce. Vogliamo sapere quale Ente ha commissionato questo carico”.
Poi l’affondo: “Verosimilmente, questa è la merce per la quale sono stati spesi 11 milioni di soldi pubblici durante l’emergenza Covid, quelli che la Corte dei conti, come riportato da molti organi di stampa, ha chiesto indietro al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. In una denuncia querela circostanziata e supportata da prove e video – hanno continuato – chiediamo alla Procura della Repubblica, alla Procura militare e alla Corte dei conti, che siamo certi interverranno con celerità e rigore ciascuna per la propria competenza, di fare luce sulla vicenda e di individuare e perseguire tutti gli eventuali responsabili”.
Facendo un passo indietro, Matone e Santori – a luglio – hanno effettuato il sopralluogo nell’ex caserma: lì sono stati notati i pacchi imballati, con tanto di descrizione del contenuto in lingua cinese, come sottolineato nella denuncia-querela, “recante mascherine usa e getta”. Nello stesso documento, tra l’altro, è ricordato che contrariamente a quanto risultato dalla “predetta scritta”, che è stata fatta tradurre in italiano da una persona di nazionalità cinese, sarebbe stato risposto che gli scatoloni contenevano camici per corsia, non quindi mascherine usa e getta.
Così, alla Procura è stato chiesto di avviare gli accertamenti del caso sul contenuto degli scatoloni: se questi dovessero contenere mascherine usa e getta, andrebbe verificato se siano o meno a norma di legge. Alla Corte dei conti, invece, è stato domandato di capire quale Ente abbia commissionato l’acquisto e appurare eventuali profili di responsabilità amministrativo/contabile dei soggetti (o Enti) coinvolti. Alla Procura generale militare, infine, è richiesto il controllo sulle eventuali responsabilità del personale civile o militare della Difesa coinvolto nell’autorizzazione all’accesso e allo stoccaggio del materiale medico.
di C.B.