martedì 11 ottobre 2022
Nel Pd scoppia la questione femminile. In vista del prossimo congresso, nel partito lacerato dalle correnti, Cecilia D’Elia lancia il proprio J’Accuse contro la misoginia della classe dirigente dem. “Non sarò più portavoce della Conferenza delle donne dem”, dichiara la deputata nel corso di un’intervista alla Stampa. “La politica – attacca – è maschilista e il Pd non è diverso”. Per D’Elia, “con il congresso costituente anche il percorso della Conferenza delle donne è in discussione. Questa esperienza ha subito una battuta d’arresto con le elezioni. Il partito non è riuscito a valorizzare le nostre proposte e dare adeguata rappresentanza alle donne, in particolare nel meridione”, quindi “siamo tutti e tutte in discussione. Si apre una fase nuova e, se resterà la Conferenza, io non mi ricandiderò a fare la portavoce”.
Quanto all’esito elettorale, D’Elia rimarca: “Certo, diminuire la percentuale di elette è un problema per un partito che ha come obiettivo il cambiamento nel segno della libertà delle donne. È chiaro che da noi ci si aspetta di più” e anche “la mancata elezione della presidente del partito” Valentina Cuppi “è una ferita grave. Penso che la politica sia maschilista e il Pd non sta mica su un altro pianeta. Il maschilismo è anche nel Pd, e di questo ne siamo tutte ben consapevoli. È una delle cose che vanno cambiate in una fase costituente in cui dobbiamo ripensare tutto”.
Intanto, un sondaggio shock scuote il Pd. L’ultima rilevazione di Swg per La7 conferma il primato di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni resta saldamente la prima forza politica del nostro Paese, guadagnando un buon 0,7 per cento rispetto alla scorsa settimana e raggiungendo quota 27,5 per cento. Il Pd vive una tendenza opposta. I dem continuano a perdere voti e crollano al 17,5 per cento, lasciando per strada lo 0,6 per cento di preferenze. Il Pd sprofonda sempre di più e il Movimento 5 stelle ne approfitta: il M5s sale dello 0,5 per cento e si porta al 17 per cento. A questo punto il sorpasso è a un passo e potrebbe materializzarsi in pochi giorni. In una settimana la Lega cresce lievemente, portando a caso lo 0,1 per cento e attestandosi all’8,3 per cento. Perde consensi il Terzo polo formato da Azione e Italia viva: l’asse tra Carlo Calenda e Matteo Renzi scende dello 0,3 per cento e va all’8 per cento. Piccola flessione per Forza Italia, che cala dello 0,2 per cento e si colloca al 7,4 per cento.
Infine, si trovano le formazioni politiche con minore consenso: in ordine vi sono Verdi e Sinistra italiana al 3,8 per cento (-0,2 per cento), +Europa di Emma Bonino al 3,1 per cento (-0,2 per cento), Italexit con Gianluigi Paragone al 2,4 per cento (in crescita dello 0,2 per cento) e Noi moderati di centrodestra all’1 per cento (-0,2 per cento). Le altre liste hanno un peso del 4 per cento, in aumento dello 0,2 per cento. Il 32 per cento non si esprime.
Il sondaggio porta il Pd a scavalcare il M5s contiano sulle questioni della pace in Ucraina. I dem aderiscono al sit-in davanti all’ambasciata russa fissato per giovedì 13 ottobre, a Roma. Il leader dei pentastellati avrebbe voluto “mettere il cappello” sulla manifestazione che già aveva creato parecchie divisioni e distinguo all’interno dei dem. Con questa mossa, però, Letta ricompatta il partito e prova a frenare il tentativo dei grillini di appropriarsi di temi e battaglie care alla sinistra. La manifestazione è promossa da Rete pace e disarmo, Movimento europeo azione nonviolenta, Base Italia, LiberiOltre, Comitato giovani per l’Ucraina, Rete dei Piccoli Comuni Welcome, Sale della terra, Rls, Casa del Giovani. “Non possiamo fermare la guerra con le nostre mani, ma insieme possiamo chiedere di far avanzare la pace. Siamo tutti ucraini, siamo tutti europei”, recita l’appello.
“Vladimir Putin – scrive su Facebook la deputata Pd Lia Quartapelle – è la principale minaccia alla pace mondiale. I cittadini ucraini sono i primi a volere la pace perché sono le prime vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità dell’aggressione russa. Saremo in tante e in tanti giovedì 13 ottobre alle 18.30 a Castro Pretorio davanti all’ambasciata russa alla manifestazione convocata da Base e altre associazioni. La nostra mobilitazione deve servire a dare voce alla comunità ucraina e per chiedere giustizia e verità”.
di Mino Tebaldi